Nel Parco della Murgia materana è tornata fruibile per le visite di turisti e appassionati l’area archeologica di contrada Murgecchia, dove è situato uno dei più importanti villaggi neolitici del territorio.
Lo ha reso noto il presidente del Parco, Giovanni Mianulli, nell’ambito delle attività di valorizzazione dell’habitat rupestre.
I lavori di riqualificazione, portati avanti d’intesa con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio di Basilicata hanno interessato una superficie di circa due ettari, sul totale di 3,5 ettari di area espropriata nel 1986 dal prefetto di Matera con un decreto.
Sono stati eseguiti “lavori di sfalcio di erba, rovi e sterpaglie, che – è spiegato in un comunicato – non venivano effettuati da oltre 50 anni, e che hanno consentito di rendere visibili alcune porzioni del fossato minore del villaggio, oltre a una serie di saggi di scavo effettuati sullo stesso fossato nel corso delle campagne di scavo condotte dal senatore, medico e archeologo Domenico Ridola nel 1908 e, successivamente, da Felice Gino Lo Porto nel 1967.
Gli interventi hanno consentito di rendere visibili in tutta la loro imponenza porzioni del fossato di protezione, scavato dalle popolazioni neolitiche a difesa dell’abitato, nonché l’ingresso occidentale al fossato minore e l’ingresso orientale al fossato maggiore”.
Il sito preistorico di Murgecchia fu localizzato nel 1898 da Domenico Ridola (1841-1932) fondatore del museo archeologico statale che ne porta il nome e che fa parte, insieme a Palazzo Lanfranchi, del Museo nazionale di Matera.