Matera: “La Biblioteca provinciale per ora non chiude ma non è salva”. Ecco le ultime notizie

“A che punto è la vertenza Biblioteca provinciale ‘Tommaso Stigliani’?”.

Così Pasquale Doria (Amici della Biblioteca) che aggiunge:

Per ora non chiude ma non è salva. 

La petizione, on line e cartacea, segna un successo straordinario quanto a partecipazione.

Non era accaduto mai prima d’ora di raccogliere tante firme nel giro di pochi giorni.

Ma, quanto alle proposte avanzate dal Presidio Materano, che difende attivamente questa importante istituzione, solo una sembra essere stata parzialmente presa in considerazione.

Un provvedimento tampone di 870 mila euro, a fronte di uno stanziamento di 1,3 milioni di euro annunciati con comunicazione ufficiale dello scorso 28 luglio da parte della Regione.

In alto mare, invece, gli altri due passaggi fondamentali, se si vuole scrivere la parola fine a una vicenda di mutilazioni, tagli, minacce di chiusura che va avanti puntualmente ogni anno dal 2015, da quando, con l’entrata in vigore della legge Del Rio, la delega alla Cultura dalla Provincia, titolare dell’ex Convento dell’Annunziata e del suo prezioso patrimonio librario, è stata trasferita alla Regione.

Si tratta di stabilizzare il servizio pubblico una volta per tutte, esattamente come è accaduto nella vicina Puglia.

Traguardo raggiunto tramite una specifica legge regionale che ha restituito la delega agli enti provinciali.

Quella di Matera, priva delle necessarie risorse annuali, vive in una condizione di continuo affanno, ha dovuto rinunciare a sostenere molteplici delle sue attività e a rincorrere la necessaria manutenzione attiva del settecentesco immobile in cui è ospitata.

In buona sostanza, sono maturi i tempi per portare a compimento il processo di trasferimento delle deleghe previsto dalla legge Del Rio (unica regione in Italia a non averlo fatto).

La stabilizzazione della spesa, con un apposito capitolo, non può inoltre prescindere dalla ormai improrogabile necessità di procedere alle assunzioni a tempo determinato per coprire l’assenza di alcuni profili standard del personale, passato da 45 a 12 unità, strategici nell’organico della Biblioteca.

Un processo da avviare contemporaneamente a una nuova programmazione delle attività e del Piano di assunzione di figure specializzate necessarie a coprire i vuoti nell’organico della biblioteca, a partire dall’assenza di almeno un bibliotecario, l’ultimo è andato in pensione nell’ormai lontano 2017.

Insomma, non è possibile continuare con un’attività a mezzo servizio.

Riteniamo, invece, che la Biblioteca debba continuare ad essere un luogo pubblico al servizio della comunità e che possa incrementare l’offerta di proposte dedicate alla produzione culturale in chiave inclusiva.

Un Paese che indebolisce la sua scuola, non investe sull’università, sulla ricerca, chiude i suoi luoghi di cultura, i musei, le biblioteche, gli archivi, non lo fa mai solo perché mancano le risorse o i costi sono eccessivi.

Un Paese che demolisce gradualmente il suo sistema d’istruzione è già governato da tempo da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.

Significa colpire tutti i cittadini, specialmente quelli meno abbienti.

Salviamo la Biblioteca. È ormai giunto il momento di mobilitarsi, tutti!“.