È LUCANA, SI CHIAMA BARBARA, E A BARCELLONA HA VISSUTO ORE DI TERRORE! CHI CORREVA, CHI URLAVA, CHI…

Ieri pomeriggio Barcellona è stata colpita da un attentato terroristico.

L’ennesimo attacco al cuore dell’Europa, ai valori occidentali, l’ennesimo gesto brutale e vile nei confronti di persone innocenti.

Un furgone si è lanciato sulla Rambla, il viale principale della città e frequentatissimo dai turisti. Nella sua folle corsa ha investito tantissimi pedoni, uccidendone 13 – tra cui due italiani – e ferendone centinaia di cui molti in gravi condizioni.

L’attacco, rivendicato dall’Isis, è stato materialmente eseguito secondo gli inquirenti dal 18enne Moussa Oukabir, tuttora in fuga.

Nell’inferno di ieri c’era anche Barbara Cassotta, ragazza di Melfi che da qualche mese vive e lavora a Barcellona, in attesa di iniziare l’Erasmus.

Abbiamo contattato Barbara che ci ha raccontato quanto ha vissuto.

Quando si è verificato l’attentato sulla Rambla dove ti trovavi?

“Lavoro in un negozio assieme ad altre 2 ragazze. Il locale si trova in una traversa vicinissima al luogo dell’attentato. Verso le 17:00 abbiamo visto gente iniziare a correre in strada che urlava e piangeva. In un attimo il negozio è stato occupato da circa 30 persone. Abbiamo deciso allora di chiuderci dentro e di vedere cosa stava accadendo spiando dalle finestre del piano di sopra”.

Cosa riuscivi a vedere dalle finestre?

“Gente che correva e piangeva, poi tanti poliziotti con i giubbotti antiproiettile e le pistole in mano che camminavano ovunque. Anche gli altri negozi avevano chiuso. Non era chiara la situazione, era tutto confuso. Ho chiamato mia madre e lei non sapeva ancora nulla, ha acceso la TV e tramite il telegiornale mi ha informato di quanto stava accadendo.

Nel negozio le persone parlavano inizialmente di una sparatoria in corso o di qualcuno che stava uccidendo persone sulla Rambla. Ma erano di tante nazionalità diverse, non si riusciva ad avere un quadro chiaro di quanto stava accadendo”.

Quanto tempo siete stati chiusi in negozio?

“Dalle 17:00 alle 21:00 circa. Abbiamo dovuto aspettare l’autorizzazione della Polizia che passava di porta in porta per farci uscire.

Ma non è stato facile rientrare a casa, io abito proprio sulla strada del disastro. Solo verso le 23:00 un Poliziotto mi ha dato l’autorizzazione a passare”.

Deve essere stata una notte difficile per te.

“Ho cercato di riposare un po’ nonostante lo shock, mi sono addormentata verso l’una. Ma sono stata svegliata da una telefonata che mi diceva di un secondo attentato a Cambrils e così ho trascorso la notte a guardare video. Fuori dalla mia finestra c’era un’aria spettrale, è una via frequentatissima, piena di gente, sorrisi, musica e divertimento. Invece ieri solo tante carte sparse per strada e silenzio”.

Come si è svegliata Barcellona stamattina?

“Ferita, incredula, silenziosa. Ma con una voglia di tornare alla normalità, di superare quanto è accaduto con coraggio. Alle 12:00 in Plaza Catalunya è stato osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime, mentre sulla Rambla tantissime persone stanno lasciando fiori e candele.

“Ma le strade in centro sono ancora chiuse, c’è tensione e la gente si fa tante domande su quanto è accaduto.

Modificherai i tuoi progetti di vita dopo questa terribile esperienza?

“La mia famiglia e i miei amici mi chiedono di tornare, è comprensibile perché sono preoccupati e lontani. Ma io amo questa città, voglio portare avanti i miei progetti e concluderli. Solo allora tornerò a casa, come da programma.

Qui ho trovato me stessa, non sarà certo la paura a farmi cambiare idea. La soluzione non è scappare: vincerebbero loro. Bisogna invece sostenere questa città affinché si risollevi e torni ad essere come prima, piena di gente e colori.

Ora è il momento del cordoglio, ma mi auguro che tutti possiamo ritrovare al più presto la serenità. Il coraggio certo non ci mancherà mai”.

Barbara con queste parole ha voluto dire che non bisogna mai cedere alla paura, con la sua esperienza ha dimostrato coraggio e determinazione.

Perché tutto ciò in cui noi crediamo non può essere in alcun modo messo in discussione.

Di seguito alcune foto che Barbara ha scattato tra ieri e oggi e che ci ha gentilmente inviato.