Coronavirus Basilicata: “Siano destinate un maggior numero di dosi vaccinali. Speranza lo ha promesso alle zone rosse”. L’appello

“La necessità di esaminare e discutere in Consiglio regionale il Piano Vaccinale regionale anti – Covid, quale strumento fondamentale di mitigazione degli effetti della pandemia a tutt’oggi in essere”.

Questo il tema dell’incontro con la stampa del gruppo consiliare di Fratelli d’Italia tenutosi questa mattina in modalità telematica.

Dopo i saluti del segretario regionale, Salvatore Caiata, gli interventi dei consiglieri regionali Giovanni Vizziello, Vincenzo Baldassarre, Piergiorgio Quarto e Tommaso Coviello che hanno sottolineato i contenuti e le finalità della mozione su “Piano Vaccinale Regione Basilicata”.

In premessa hanno esplicitato:

“La vaccinazione di massa finalizzata al raggiungimento della cosiddetta immunità di gregge, è una misura sanitaria di fondamentale importanza nella strategia diretta a contrastare gli effetti dell’epidemia da Covid-19.

Il Piano Strategico Nazionale dei Vaccini per la prevenzione delle infezioni da Sars-Cov 2/Covid adottato con D.M.del 2 gennaio 2021, ai sensi dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2020 n.178 riconosce che nella fase iniziale di disponibilità limitata di vaccini contro il Covid-19 è necessario definire delle priorità in modo chiaro e trasparente tenendo conto delle raccomandazioni internazionali ed europee.

Detto documento individua quali categorie prioritarie da sottoporre a vaccinazione gli operatori sanitari e socio sanitari, il personale e gli ospiti delle strutture residenziali per anziani e gli anziani over 80 e stabilisce che con l’aumento delle dosi vaccinali disponibili si provvederà a vaccinare anche altre categorie di popolazione quali le persone under 80, quelle con almeno una comorbidità cronica e quelle appartenenti ai servizi essenziali(personale scolastico, delle forze dell’ordine, personale delle carceri e dei luoghi di comunità ecc..).

Il Piano prevede che le raccomandazioni sui gruppi target – si dice nel documento – a cui offrire la vaccinazione possa essere oggetto di verifiche e aggiornamenti in base all’evoluzione delle conoscenze e delle informazioni disponibili con particolare riguardo all’efficacia vaccinale e alla sicurezza dei vaccini nei diversi gruppi di età della popolazione”.

Prosegue la mozione:

“A tutt’oggi sono tre i vaccini che hanno ricevuto l’autorizzazione all’immissione in commercio nel territorio della Comunità Europea da parte dell’EMA (European Medicines Agency) e che l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha suggerito, in ragione della maggiore robustezza di evidenze di efficacia:

  • un utilizzo dei vaccini cosiddetti a RNA messaggero (PfizerBiontech e Moderna) nei soggetti anziani e/o a più elevato rischio di sviluppare una malattia grave;
  • un utilizzo preferenziale del vaccini AstraZeneca nella popolazione di età compresa tra i 18 e i 55 anni di età non affetta da patologie gravi (limite esteso agli under 65 dal Ministero della Salute con circolare del 23 febbraio).

Il piano di approvvigionamento originario dei vaccini ha subito delle modifiche per effetto della riduzione dei quantitativi di vaccini disponibili rispetto a quelli previsti nella prima fase della campagna vaccinale.

Tale ultima circostanza, in uno, all’immissione in commercio del vaccino AstraZeneca in una fase successiva rispetto agli altri due vaccini a tutt’oggi autorizzati dall’EMA e le raccomandazioni dell’AIFA relative al diverso target di popolazione ( soggetti di età compresa tra i 18 e i 55 anni di età) da sottoporre a vaccinazione mediante inoculazione del vaccino AstraZeneca, hanno richiesto l’aggiornamento del Piano Strategico Nazionale dei Vaccini Anti Covid-19.

Tale aggiornamento è stato oggetto di informativa da parte del Governo, nella persona del Ministro della Salute, in Conferenza Stato-Regioni in data 9 febbraio 2021.

Il criterio attraverso cui stabilire l’ordine di priorità delle categorie di cittadini da vaccinare dopo quelle della fase 1 è identificabile nella vulnerabilità della popolazione di riferimento, vale a dire la platea di soggetti che presenta il maggior rischio di letalità correlato al Covid-19, sulla base del parametro dell’età e della presenza di condizioni patologiche che determinano una correlazione con la mortalità per Covid 19.

Per effetto di tale aggiornamento, l’ordine di priorità nella vaccinazione dopo i soggetti appartenenti alla cosiddetta fase 1 (personale socio-sanitario, ospiti e personale RSA e over 80) è il seguente:

a) Le persone estremamente vulnerabili, vale a dire i soggetti che per danno d’organo preesistente o per compromissione della risposta immunitaria a SARS-CoVid 2 possono sviluppare forme gravi o letali di malattia a partire dai 16 anni di età (cioè soggetti che presentano malattie respiratorie, cardiocircolatorie, ematologiche, sindrome di Down, malattie cerebrovascolari ecc.);

b) Le persone di età inferiore agli ottanta anni, con ulteriore classificazione di quelle che, in primo luogo, hanno un’età compresa tra 75 e 79 anni e, in secondo luogo, di quelle con età compresa tra 70 e 74 anni;

c) Le persone con aumentato rischio clinico se infettate da Covid-19 a partire dai 16 anni di età e fino a 69 anni di età (cioè i soggetti che sono affetti dalle stesse patologie indicate nel punto a), senza però quei connotati di gravità propri dei soggetti definiti ” estremamente vulnerabili” e che potrebbero sviluppare forse severe di malattia se contagiati dal Covid-19;

d) Le persone di età compresa tra i 55 e i 69 anni di età, senza condizioni che aumentano il rischio clinico; e)

Le persone di età compresa tra i 18 e i 54 anni senza condizioni che aumentano il rischio clinico, con priorità di somministrazione per il personale scolastico e universitario, per le forze di Polizia, per i setting a rischio (ad esempio il personale della polizia penitenziaria) ed il personale addetto ad altri servizi essenziali”.

Con la mozione i consiglieri hanno, poi, fatto rilevare che:

“Nella stesura originaria del Piano Strategico Nazionale dei Vaccini non è fatta espressamente menzione delle persone con disabilità e dei loro accompagnatori come rientranti tra le categorie da sottoporre prioritariamente a vaccinazione anti Covid-19 e che, successivamente l’allora Commissario per l’emergenza Covid Domenico Arcuri ha precisato che le persone disabili e i loro accompagnatori verranno vaccinati contro il Coronavirus insieme agli over 80 e alle altre categorie appartenenti alla cosiddetta fase 1 nel mese di febbraio.

Tale priorità deriva dalla circostanza che le persone con disabilità sono costrette ad avere quotidianamente rapporti ravvicinati con diversi assistenti, con conseguente maggiore rischio di essere contagiati e, allo stesso tempo, di contagiare altri.

Il vaccino anti Covid-19 è di fondamentale importanza per i soggetti affetti da diabete, atteso che diversi studi registrano come livelli elevati di glicemia al momento del ricovero si associano ad un aumento del rischio di morte del paziente e, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, il diabete mellito è presente nel 30% dei pazienti deceduti per Covid 19, quindi una percentuale significativamente superiore alla prevalenza della malattia diabetica nella popolazione italiana, che si attesta al 6,5 per cento.

Tra i cittadini destinatari di vaccinazione indicati dalla precedente lettera e), vale a dire coloro con età compresa tra i 18 e i 54 anni che non soffrono di condizioni che aumentano il rischio clinico e sono addetti a servizi essenziali, rientrano gli addetti del settore funebre i quali, per svolgere la loro professione, possono venire facilmente a contatto con persone o salme che sono state contagiate dal Covid-19.

L’accertata insufficienza delle dosi vaccinali rispetto alla platea dei cittadini che occorrerebbe vaccinare al fine di raggiungere quanto prima la cosiddetta immunità di gregge assicurando così la tutela della salute e il benessere collettivo, spinge alcune regioni italiane a valutare la possibilità di autonomi acquisti di dosi vaccinali contro il Covid-19“.

Vizziello, Quarto, Baldassarre e Coviello con il documento chiedono che il Consiglio regionale della Basilicata impegni la Giunta regionale:

“Ad illustrare in Consiglio regionale il Piano Vaccinale anti-Covid 19 della Regione Basilicata, con espressa e specifica indicazione delle caratteristiche organizzative della campagna vaccinale, delle modalità attraverso le quali i cittadini potranno effettuare la prenotazione dei vaccini e del cronoprogramma relativo all’espletamento delle diverse fasi della campagna vaccinale, con indicazione degli obiettivi di copertura vaccinale che si intendono raggiungere con riguardo a ciascuna delle fasi previste”.

Chiedono, altresì, di

“Richiedere al Governo un incremento dei quantitativi di dosi vaccinali corrispondente all’aggravamento delle condizioni epidemiologiche della pandemia in Basilicata testimoniate dal passaggio della nostra regione in zona rossa., nonché a garantire, in via prioritaria, la vaccinazione anti Covid a tutti i Sindaci della Basilicata, in virtù delle particolari condizioni di rischio cui gli stessi sono soggetti per effetto dello svolgimento del loro mandato di amministratori”.

Altre finalità della mozione, quelle di:

“Assicurare, in via prioritaria, la vaccinazione anti Covid-19 delle persone con disabilità e dei loro accompagnatori/caregiver, al fine di tutelarne la salute, rendendo possibile il prosieguo del loro percorso di cura e assistenza che da tempo è loro negato o comunque compromesso dall’incedere della pandemia e garantire la vaccinazione anti Covid in via prioritaria alle persone affette da diabete, che evidenze scientifiche annoverano tra le categorie a maggiore rischio di esito infausto in caso di infezione da Coronavirus”.

Il Governo regionale, a giudizio di Vizziello, Quarto Baldassarre e Coviello deve:

“Farsi portavoce, presso il Governo nazionale, utilizzando eventualmente la sede istituzionale della Conferenza Stato-Regioni, del necessario inserimento della categoria professionale degli addetti del settore funebre tra quelle oggetto di vaccinazione ai sensi dell’aggiornamento del Piano Strategico Nazionale dei Vaccini Anti Covid-19 disposto dal Governo ed oggetto dell’informativa del Ministro della Salute nella Conferenza Stato-Regioni del 9 febbraio 2021”.

Occorre, infine, si afferma nel documento:

“Valutare l’opportunità di procedere ad acquisti autonomi di dosi vaccinali, nell’ambito di una strategia condivisa con altre Regioni italiane che hanno deciso di intraprendere tale percorso, che dovrà comunque riguardare solo ed esclusivamente vaccini autorizzati all’immissione in commercio dall’EMA, cioè l’autorità regolatoria europea, previa validazione da parte dell’AIFA e nell’ambito di un leale e costruttivo confronto con il Governo che non pregiudichi i quantitativi di dosi vaccinali previsti dal Piano Vaccinale Nazionale”.

In merito fa sapere l’onorevole Salvatore Caiata, attraverso una nota:

“Durante la conferenza stampa di questa mattina, che per ovvie ragioni si è svolta in modalità telematica, con la partecipazione dei consiglieri regionali Vizziello, Coviello, Baldassarre e Quarto è stata nuovamente ribadita la contrarietà alla zona rossa generalizzata per tutto il territorio lucano che sicuramente avrà gravissime ripercussioni sul tessuto economico e produttivo.

Non si comprende il passaggio dalla zona gialla alla zona rossa nonostante le strutture ospedaliere non siano sotto stress e con un numero di contagi che non ha mai destato grande preoccupazione, tale da dover istituire una totale zona rossa.

Il ministro Speranza ha promesso alle zone rosse un incremento delle dosi vaccinali, pertanto essendo stata colpita da questo provvedimento ingiusto, chiediamo che siano destinate alla Basilicata un maggior numero di dosi vaccinali.

Inoltre riteniamo sia opportuno riflettere attentamente sulle categorie oggetto del piano vaccinale e per arginare la diffusione del virus è necessario intervenire anche sulle fasce giovanili: è stato appurato che il Covid viaggia sulle gambe dei giovani.

Fratelli d’Italia Basilicata, per questo motivo, con la mozione presentata in data odierna chiede di incrementare in maniera prioritaria la tutela vaccinale dei soggetti disabili e dei loro accompagnatori/caregiver e delle categorie fragili, in virtù di alcune patologie pregresse come ad esempio soggetti affetti da diabete e quelle ritenute a rischio: alcune categorie di lavoratori a particolare vulnerabilità come gli operatori dei servizi funebri.

Inoltre attenzione e priorità vaccinale deve necessariamente essere rivolta ai sindaci che nell’esercizio del loro mandato e delle loro attività di amministratori sono soggetti particolarmente esposti.

Parallelamente occorre intervenire anche sulle fascia comunemente definita giovanile al fine di contrastare la diffusione del Covid-19″.