C’è preoccupazione a Matera sulle sorti della sede dello storico Circolo Schermistico. L’appello

“C’è fibrillazione a Matera sulle sorti che il Comune intende predisporre per la sede dello storico Circolo Schermistico di Matera.

Il Consiglio Direttivo, lo staff tecnico, gli atleti e i genitori sono particolarmente preoccupati e anche fortemente irritati per una recente presentazione pubblica di un progetto ove è stata presentata una ipotesi di ristrutturazione dello stadio comunale, non facendosi alcun cenno circa il destino della Palestra Comunale di Scherma, sita proprio negli spazi tecnici delle gradinate che si prevede di abbattere.

Ma torniamo indietro nel tempo e vediamo come nacque 40 anni fa la Palestra di Scherma.

Il Circolo Scherma di Matera, Medaglia d’Oro Coni nel 2006, nacque nel 1956 ad opera del famoso Maestro Giuseppe Spera.

In un primo tempo Spera dava lezioni in casa, poi riuscì ad ottenere l’uso dell’ovile del Palazzo Gattini (ora in concessione all’hotel omonimo) e qui, per molti anni, coadiuvato successivamente da Luigi Urso, all’epoca azzurrino della squadra giovanile nazionale di Scherma e tornato a Matera da Mestre, la scherma materana crebbe, si diffuse e molte generazioni hanno avuto modo di conoscere e di “tirare” di scherma.

Ciò avvenne anche per il carattere sociale e popolare che ha caratterizzato storicamente il Circolo, smentendo l’idea di uno sport per ricchi, e consentendo davvero a tutti di poterlo sperimentare.

Certo l’ovile nei Sassi, a quei tempi, con l’umido tipico delle grotte, gli spazi limitati, non era il massimo per fare questo sport, ma ci si adattava comunque, sino a quando non vi fu il crollo dell’affaccio sui Sassi nel piazzale della Cattedrale e poi il terremoto che ne causarono l’inagibilità.

A quei tempi si inizio la costruzione della nuova gradinata dello stadio per consentire al Matera Calcio, promossa in serie B, di poter giocare in casa.

Luigi Urso, all’epoca Presidente del Circolo schermistico Matera, nell’apprendere sulla stampa dell’approvazione del progetto della nuova gradinata, con spazi tecnici sottostanti, pensò bene di proporre al Comune di realizzare la nuova palestra di scherma proprio in quegli spazi.

L’idea fu accolta favorevolmente dagli Organi competenti ed in pochissimo tempo fu predisposto il progetto di chiusura degli spazi che furono adattati a palestra di Scherma con i necessari sistemi elettrici interrati per le pedane.

Tutti gli arredi, le attrezzature sportive, le pedane e le armi, di proprietà del Circolo Scherma, furono così allocate definitivamente in questa sede che divenne anche riferimento regionale ed interregionale per le gare giovanili di Scherma.

Nel tempo le cose peggiorarono: la Palestra non fu più data in gestione diretta al Circolo Scherma, ma fu associata alla gestione dello Stadio.

I costi sono diventati progressivamente elevati e uguagliati a strutture similari gestiti da sport economicamente molto più dotati, dimenticando che tutte le attrezzature sono di proprietà del Circolo Scherma.

Di conseguenza anche l’uso orario, oggi di euro 15, è diventato un onere pesante per il Circolo Scherma, volendosi al contrario mantenere sopportabili le quote mensili per le famiglie.

Arriviamo comunque ad oggi: il Comune intende ricostruire lo Stadio o parte di esso, ma scompare nel progetto la sede della Palestra Comunale di Scherma, parlandosi solo vagamente di una struttura polivalente per 4 sport tra cui anche la Scherma.

Ma la Scherma ha bisogno di installazioni fisse (pedane), sala armi (fioretti, spade, sciabole, maschere), sala tecnica per le riparazioni delle armi elettrificate, armadietti per la custodia delle attrezzature private, etc. etc., incompatibili con una struttura polivalente dove si va, ci si allena e si va via magari utilizzando solo un pallone e una rete.

Tanto sarebbe stato subito chiarito al progettista, che evidentemente non conosce questo sport adeguatamente, se si fossero sentite le parti interessate, come dovrebbe fare normalmente un Ente Pubblico; ma questo non è successo.

E siamo a Mercoledì 10 Gennaio.

In qualità di Delegato Regionale della Fis, chiedo ed ottengo un incontro con l’assessore Angelo Cotugno e porto con me anche il Presidente del Circolo dr. Marcello Petrigliano.

Esponiamo le nostre preoccupazioni, spieghiamo le problematiche, e, Deo Gratias, abbiamo ampie rassicurazioni nel merito.

L’assessore ci dice che mai e poi mai il Circolo potrà perdere la palestra, che i lavori ed i fondi pubblici sono spesi per migliorare le infrastrutture e non per peggiorarle o eliminarle, che si sarebbe informato dal progettista circa i dettagli del caso ma comunque ci invitava a rassicurare tutto il mondo schermistico fibrillante che non sussisteva alcun problema di merito.

Anzi ci chiedeva se si ipotizzava da parte nostra una soluzione logistica per il tempo necessario alla ristrutturazione, ove fare Scherma e trasferire le attrezzature di proprietà.

L’assessore è persona seria.

Ex segretario provinciale della Cgil, consigliere comunale da molti anni, sa bene che una stretta di mano con gli schermitori vale quanto un giuramento, pertanto abbiamo assoluta fiducia del suo impegno in tal senso.

Così come abbiamo assoluta fiducia nel nostro Sindaco, serissima persona e molto attento alla cultura e allo sport soprattutto per la sana crescita delle giovani generazioni.

Tuttavia capita anche che i politici cambino, che le politiche abbiano obiettivi diversi nel tempo, che talora talune lobby possano influenzare le decisioni danneggiando i più deboli e magari quando è troppo tardi per riparare.

Per tali residuali e non auspicabili possibilità, occorre che il nostro mondo resti “in guardia” giacché, per dirla a nostro modo, ad eventuali stoccate che possano esserci tentate, occorrerà immediatamente parare e rispondere nel modo più efficiente ed efficace possibile per salvaguardare le giuste ragioni”.

Così scrive il Delegato Regionale Federscherma Basilicata Luciano Di Ruvo.