Basilicata: sostegno a questi piccoli e ai loro familiari affinché non siano più soli. Ecco il progetto

Fare rete: è uno dei principali obiettivi del progetto Re.S.P.I.R.O (Rete di Sostegno per Percorsi di Inclusione e Resilienza con gli Orfani Speciali), nato per promuovere un modello di intervento e di cura che possa garantire una risposta efficace per la protezione di bambini e bambine rimasti orfani a causa di un femminicidio.

Il progetto è attivo, anche in Basilicata, da un anno, vede come capofila a livello interregionale la cooperativa sociale Irene 95 ed ha come partner lucano il Ce.St.RI.M.

Tra le attività previste risulta fondamentale la creazione delle cosiddette ”reti di prossimità” intorno agli orfani (sono due le storie finora individuate e sulle quali si sta operando), che agevolino la partecipazione e la collaborazione tra chi, nei territori, si occupa di servizi sociali.

Per questo, nelle scorse ore, è stata ufficializzata la sottoscrizione di un protocollo d’Intesa anche con il Garante regionale dell’Infanzia e dell’adolescenza Vincenzo Giuliano, che ha accolto con favorevole e operativa disponibilità le proposte presentate dalle dottoresse Rosa Pugliese, Maria Colangelo e Marianna Tamburrino, che fanno parte dell’equipe regionale per offrire sostegno psicologico ed economico affinché i più piccoli e i loro familiari non siano più soli, ma vengano accompagnati in un percorso condiviso.

Il protocollo, di fatto, sancisce la collaborazione tra i sottoscrittori, per perseguire insieme le finalità del progetto, attraverso attività di sensibilizzazione, mappatura del fenomeno e, soprattutto, presa in carico degli orfani speciali.

Nel corso dell’anno appena trascorso sono stati sottoscritti altri protocolli d’intesa, in particolare con gli Ambiti sociali territoriali e con i Comuni.

Spiega Giuliano:

‘’Il Garante sta dietro alle iniziative e al protagonismo delle associazioni e di tutte le realtà che si occupano di queste tematiche soprattutto perché occorre conoscenza specifica dei casi per poterli affrontare con efficaci interventi.

Saremo attivi in tutto ciò che il protocollo prevede, dalle iniziative di sensibilizzazione, in particolare nelle scuole, agli incontri scuola-famiglia; dobbiamo approfittare delle occasioni utili di condivisione per poter educare le famiglie ad una convivenza pacifica e civile’’.