Basilicata: persone con disabilità discriminate dai Sindaci! Ecco la situazione

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa dell’Associazione di Volontariato Azione Disabili Marziolino ODV, associazione no profit di promozione sociale.

Ricordiamo che tra le priorità dell’Associazione in questione vi sono l’affermazione delle libertà civili e i diritti umani, in particolare quello all’abbattimento della barriere architettoniche, il monitoraggio mondiale di leggi e politiche in materia di scienza e auto-determinazione.

Così si esprime l’Associazione di Volontariato Azione Disabili Marziolino ODV nella lettera aperta indirizzata al Presidente Vito Bardi:

“Egr. Presidente della Regione Basilicata, Sig.Vito Bardi,

Le scriviamo per chiedere di fare quanto in Suo potere per interrompere una condizione di illegalità diffusa e di vera e propria flagranza di reato nei confronti delle persone disabili a causa dell’inesistenza in tutti Comuni della Basilicata dei Piani per la Eliminazione delle Barriere Architettoniche, pur previsti dalla legge.

Come noto da 8 anni, l’Associazione di Volontariato Azione Disabili Marziolino ODV, si occupa della tutela delle persone con disabilità ed, in particolare, delle problematiche inerenti la massiccia presenza di barriere architettoniche in tutte le nostre città che impedisce la loro mobilità, vanificano così il diritto all’accessibilità sociale secondo il principio delle pari opportunità con le altre persone.

Principio cui è finalizzata la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità del 2006, in vigore in Italia dal 2009, che sancisce il diritto per le persone con disabilità alla vita indipendente ed all’inclusione sociale.

Inoltre la stessa Convenzione ridefinendo, secondo la risoluzione del 2001 dell’Organizzazione mondiale della Sanità, il concetto stesso di disabilità in forma dinamica, come una inscindibile relazione tra le menomazioni soggettive della persona con disabilità ed i contesti sociali dove risiede, rende il tema dell’inaccessibilità / accessibilità delle strutture cittadine un elemento che condiziona in modo determinante il grado della disabilità.

Segnaliamo a Lei, come Presidente della Regione Basilicata, i cui sindaci avrebbero dovuto essere obbligati all’adozione dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche di rispettiva competenza, i così detti ‘PEBA’; in base alla legge del 1986, la n 41 art. 32, commi 21 e 22, come integrata dall’art. 24, comma 9 della L. 104/92 – che, a tutt’oggi, dopo 27 anni i Comuni non hanno adottato i PEBA, al pari degli altri soggetti pubblici obbligati.

Viceversa questi Piani di gestione e pianificazione urbanistica – oltre a dare certezza prospettica al diritto alla mobilità delle persone con disabilità, in quando dagli stessi deve risultare anche la tempistica degli interventi per eliminare le barriere – sarebbero strumenti basilari ricognitivi volti anche a rendere sistemico nel tempo gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche, che, fino ad oggi, sono soventi sporadici dettati da contingenze e, perciò, spesso molto onerosi per i Comuni.

Da quanto sopra è di tutta evidenza che vi è una situazione da parte di tutti i Sindaci di inadempimento dell’obbligo di adottare i PEBA, che provoca un grave vulnus ad un primario diritto soggettivo, quella alla mobilità, che genera intollerabili comportamenti dei Comuni discriminatori nei confronti delle persone con disabilità, censurabili anche giurisdizionalmente in base alla Legge N. 67 del 2006 ‘Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni’.

Tutela giudiziaria di cui molti cittadini disabili discriminati dai Sindaci si stanno sempre di più avvalendo con esiti favorevoli, anche tramite l’Associazione di volontariato Azione Disabili Marziolino ODV.

Quindi reputiamo che la mancata adozione dei Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche da parte dei Sindaci debba essere affrontata con la massima urgenza al fine del ripristino della legalità, trovando soluzioni per potere dare inizio immediato all’adozione/attuazione dei PEBA.

Tali soluzioni potrebbero includere anche un pressante azione dell’ANCI, tendente ad escludere le spese per il graduale abbattimento delle barriere architettoniche, come previste nei PEBA, dai vincoli di finanza pubblica imposti dal Governo ai Comuni, il cosiddetto ‘Patto di stabilità‘.

Infatti è evidente che tali spese possono essere considerate un investimento ‘in conto capitale’ perché, non solo valorizzano il patrimonio dei comuni, ma, rendendo accessibili le nostre città, hanno un effetto di volano per l’importante comparto del turismo.

Inoltre si evidenza, sul tema coerenza PEBA con la presente congiuntura, che la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ha introdotto il concetto di ‘Progettazione accessibile‘ ed ‘Accomodamento ragionevole’ tra i principali impegni dello Stato, strumentali per garantire e realizzare le pari opportunità delle persone con disabilità.

Concetti che in tema di accessibilità, o meglio delle opere per la rimozione delle barriere architettoniche e sensoriali, forniscono un ampio ventaglio di ricorso a soluzione innovative rispetto agli attuali standard normativi anche a basso impatto di spesa.

Auspicando nel ripristino dello Stato diritto, senza dovere essere costretti a ricorrere alla giurisdizione, come troppo spesso avviene nel nostro Paese, porgiamo Cordiali Saluti”.