Basilicata: “necessario che la regione utilizzi al meglio agricoltura e gas e faccia valere queste due risorse uniche”. I dettagli

“L’inflazione galoppante è spinta dal costo dell’energia e dalle tensioni tra Russia e Ucraina con ovvie ripercussioni anche sul costo del grano e quindi di beni come pasta e pane.

L’aumento dei costi energetici e delle materie prime è un’emergenza generalizzata, ma ha evidentemente effetti gravi in comparti strategici quale quello dell’agricoltura, sia a livello nazionale che in particolar modo nella nostra regione.”

Così il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia Piergiorgio Quarto che aggiunge:

“Il forte aumento del costo del gas (e dell’energia) e, quale conseguenza, il forte aumento dei costi per i consumi diretti e indiretti dell’energia per uso agricolo stanno mettendo a dura prova il comparto con aumento del gasolio (+50%), aumento dei costi dei fertilizzanti (es. urea +143%) e aumento dei costi di trasformazione, conservazione e trasporto dei prodotti al consumatore.

Con l’esplosione dei costi energetici quasi un agricoltore su tre è oggi costretto a ridurre la produzione di cibo, con una situazione insostenibile che mette a rischio le forniture alimentari e, con esse, la sovranità alimentare del Paese.

Il taglio dei raccolti causato dall’incremento dei costi di produzione rischia, infatti, di aumentare la dipendenza dall’estero per gli approvvigionamenti agroalimentari; e ancora l’emergenza siccità che costringerà quest’anno ad aumentare il ricorso all’irrigazione con i costi energetici alle stelle.

Ma più in generale il rincaro dell’energia, come messo in luce da tutto il mondo agricolo, si abbatte sui costi di produzione come quello per gli imballaggi, con il paradosso che molto spesso costano di più del cibo che contengono.

La regione Basilicata più di altre è interessata da questi due temi cruciali: agricoltura e produzione di gas, avendo la nostra regione da sola una produzione di gas che ne fa il quarto produttore italiano e una quota di energia rinnovabili che da sola supera la soglia del 17%.

Prendiamo, quindi, uno stralcio di quello che è il piano che è stato adottato dal Ministero della Transizione ecologica e che ci riguarda da vicino.

Il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PITESAI), che è bene ricordarlo non nasce come piano per aumentare le estrazioni di gas, ma nasce nell’ottica della salvaguardia ambientale, in special modo di regioni come la Basilicata, dove estrarre gas significa estrarre anche petrolio, e dove non si può procedere a nuove trivellazioni, ma piuttosto pensare a come massimizzare l’uso del gas e in prospettiva come arrivare ad una transizione, mitigando gli effetti occupazionali, quando si arriverà ad una dismissione dei giacimenti e ad una necessaria riconversione in ottica di un’economia verde a zero emissioni.

Diventa opportuno porci oggi il problema, perché lo sfruttamento del territorio fine a se stesso, non porta giovamenti né immediati, né per le nuove generazioni.

Il PITESAI riporta quanto segue: ‘…sono stati considerati quindi gli aspetti ambientali e le opportunità economiche associate alle attività di smantellamento e quelle che si potrebbero generare promuovendo la produzione di energia rinnovabile quale il fotovoltaico.

È stata considerata la tecnologia del fotovoltaico per tener conto del concetto di transizione energetica e perché quella con maggiore diffusione della risorsa sul territorio italiano…’.

Le energie rinnovabili in agricoltura rappresentano una soluzione efficace per ridurre le emissioni in atmosfera, favorire appunto la transizione ecologica e, nella situazione attuale dove il boom dei prezzi dell’energia ha segnato percentuali di crescita rilevanti, consente di contenere l’impatto della bolletta delle imprese agricole.

Per non parlare dei benefici ambientali legati non soltanto alla riduzione della CO2, ma anche in funzione dello stoccaggio di carbonio e della maggiore fertilità del suolo che si riesce ad ottenere adottando ad esempio soluzioni quali biogas e biometano.

Voglio concentrare, quindi, la mia attenzione proprio su questo, sul tema dell’Agrivoltaico, rispetto al quale è bene ricordare che gli incentivi statali (di cui al decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28) vengono ora estesi anche agli impianti fotovoltaici in ambito agricolo (o agrivoltaici), con l’opportunità concessa dalla rivoluzione dell’economia circolare per cui chi fa impresa con la terra potrà utilizzare grazie alle novità contenute nel decreto sulla Governance del Pnrr approvato dal governo, che prevede 1,1 mld di euro per lo ‘Sviluppo agrovoltaico’ e una capacità produttiva di 2,43 GW, portando a un calo delle emissioni di gas serra (circa 1,5 milioni di tonnellate di CO2) e costi di approvvigionamento energetico e che noi come regione Basilicata non possiamo perdere.

Grande attenzione al Biogas , con il via libera anche per il 2022 agli incentivi per nuovi impianti biogas di piccola taglia fino a 300 Kw per potenziare la produzione di energie rinnovabili del Paese in un momento di grande criticità”.