Basilicata, inaugurazione Anno giudiziario: “È la nostra storia che ci educa alla legalità”. Questi i dati sull’amministrazione della giustizia

Sabato 1° febbraio 2020, a Potenza, presso l’aula Grippo del Palazzo di Giustizia in via Nazzaro Sauro, si è svolta L’Assemblea della Corte di Appello di Potenza, per la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudiziario.

Erano presenti, oltre al Presidente della Corte d’Appello, dottoressa Rosa Patrizia Sinisi, in rappresentanza del Consiglio Superiore della Magistratura, il dott. Pasquale Serrao D’Aquino, in rappresentanza del Ministro della Giustizia, la dottoressa Emma Rizzato, il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza, dottor Armando D’Alterio ed il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, avv. Maurizio Napolitano.

Erano altresì presenti, l’Arcivescovo di Potenza – Muro Lucano – Marsiconuovo, Salvatore Ligorio, il vicepresidente della Regione Basilicata, Francesco Fanelli, il Presidente del Consiglio Regionale, Carmine Cicala, il Presidente della Provincia di Potenza, Rocco Guarino, il Sindaco di Potenza, Mario Guarente, il vicesindaco di Matera, Giuseppe Tragni, il sindaco di Melfi, Livio Valvano.

La cerimonia ha avuto inizio con la relazione da parte della presidente Sinisi sull’amministrazione della giustizia per il periodo dal 1° luglio 2018 al 30 giugno 2019.

Dopo i saluti previsti dal cerimoniale la presidente si è soffermata sulle analogie, sempre più attuali, rinvenute dallo studio della Costitutiones Melphitanae promulgata nel 1231 proprio a Melfi dall’imperatore Federico II.

Ha affermato la Sinisi:

Una mirabile raccolta di leggi definita il più grande monumento legislativo laico del medioevoun’opera unica, vero esempio di diritto vivente che delinea futuri scenari di crescita per la società, in modo così illuminato da apparire ancora oggi moderno.

Bisogna leggere il Liber Augustalis per apprezzarne modernità è per capire che noi oggi non abbiamo inventato nulla. E’ la storia che sostiene le scelte del nostro presente.

Federico II ci insegna il percorso di maturazione sociale, economica e culturale che ha vissuto il nostro Mezzogiorno e di cui ci dobbiamo fare promotori, quali portatori di una sensibilità̀ giuridica che abbiamo come nostro patrimonio innato”.

Un’analisi ulteriore è stata compiuta dalla presidente della Corte di Appello sulle modifiche del processo civile e penale che negli anni si sono affastellate in Italia al fine di:

“risanare una giustizia malata, ma gli interventi legislativi che si sono susseguiti, stratificandosi e creando ancor più̀ incertezze interpretative, sono in ogni caso cure palliative, perché servono a placare il sintomo e non a debellare la causa della malattia”.

Ed ancora sul tema del confronto dell’attualità con i contorni del disegno federiciano di giurisdizione “alta”, in specie quella penale, ha evidenziato che:

“erano moderni perché aveva una ben precisa idea di fondo: una giustizia laica sottratta ai chierici e ai baroni per affidarla a magistrati regi, i maestri giustizieri, ai quali era interdetto l’esercizio del proprio ufficio, peraltro, temporaneo nella provincia d’origine.

Ecco quindi la modernità del concetto di giudice terzo, imparziale e sottratto alle sollecitazioni ambientali.

In tempi di emanazione in Italia del codice rosso appare di grande interesse l’affermazione, ribadita in più̀ occasioni nel Liber Augustalis, del principio di uguaglianza dei sudditi davanti alla legge, della tutela della dignità̀ umana che si voleva fosse rispettata nei confronti delle monache e delle novizie, ma anche nei confronti delle donne che esercitavano il più turpe di mestieri come le meretrici che non potevano essere costrette a soddisfare il desiderio ed era loro concesso un termine di otto giorni per denunciare la violenza subita, salvo provare di essere state anche sequestrate.

In tal chiave di civiltà giuridica si possono leggere le norme contro i mezzani nelle Costitutiones ove trovavano adeguata tutela gli stranieri e i non cristiani.

Tanti i reati previsti e puniti contro la persona, il patrimonio, la fede pubblica, ma la modernità risiede nella tutela penale della salute con la punizione di chi vendeva medicamenti nocivi e veleni. Era prevista anche una tutela dell’ambiente perché venivano puniti i pescatori che, gettando erbe, inquinavano il mare e contaminavano i pesci.

Federico II si preoccupava anche della ragionevole durata dei processi penali, pertanto nell’articolo XL,1 proclamava “con questa legge, destinata a rimanere in vigore in perpetuo, desideriamo che tanto il maestro giustiziere quanto gli altri giudici di rango inferiore pronuncino la sentenza entro 10 giorni dalla denuncia”.

Per le cause civili era invece previsto il diverso termine di durata di un bimestre dal giorno della citazione.

Nel contempo si imponevano ai giudici norme ordinamentali per la disciplina del rapporto di pubblico impiego affermando che “I giustizieri dovranno, non mensilmente come finora viene di solito, ma senza soluzione di continuità̀ presiedere i tribunali, tenere le udienze e deliberare o personalmente o con l’ausilio di altri giudici, ai quali non si dovrà affidare nient’altro che l’udienza”. Federico II pensava già ai G.O.P?”

Dopo un’analisi comparatistica delle norme secondo la presidente Sinisi ne deriva l’impegno per le nuove generazioni di conoscere e valorizzare la nostra storia ed “il patrimonio culturale e giuridico, creato nel castello di Melfi”.

DATI SULL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA

Dopo l’introduzione, l’analisi si è concentrata sui dati relativi l’amministrazione della giustizia nel distretto, nel periodo 1.7.2018-30.6.2019. Rispetto all’anno giudiziario precedente, nel SETTORE CIVILE si registra una tendenziale stabilità delle iscrizioni nel registro SICID in tutto il distretto, fatta eccezione per il Tribunale di Potenza. Va precisato per una corretta lettura che non sono inglobati da Dg-Stat i dati dell’attività̀ del giudice tutelare, delle ATP in materia di previdenza e delle verbalizzazioni di dichiarazione giurata.

Nell’arco di tempo di anni due e mesi sei, calcolato nel periodo dal 31.12.2016 al 30.6.2019, il Tribunale di Matera regista a fine dell’anno giudiziario 2018/19 quale riduzione delle pendenze -21,6% ed è assunto agli onori della cronaca perché́ “virtuoso”, avendo raggiunto una percentuale di smaltimento del 118,5%, ma ora senza pieno organico non riuscirà̀ a mantenere questo trend positivo e verserà̀ anch’ esso in difficoltà.

La Corte di Appello ha migliorato la sua performance con una riduzione delle pendenze totali negli ultimi due anni e mezzo a -13,5 %.

Il Tribunale di Potenza presenta una riduzione delle pendenze pari a -2,0% con un saldo totale positivo. Non si deve dimenticare che il Tribunale di Potenza è sede distrettuale con soli 29 giudici ordinari e 2 giudici specializzati del lavoro, è strutturato in sole 2 sezioni, per cui necessiterebbe di una terza sezione. Esso che opera in realtà̀ difficile per contenzioso e situazione socio-economica, con una costante scopertura di magistrati e con l’impossibilità di qualsiasi rimedio endodistrettuale. Anche il Tribunale di Lagonegro ha iniziato a ridurre le pendenze nella misura di -1,5% dopo che è stato già̀ dichiarato sede disagiata con il 62% di scopertura (un record assoluto) e sono stati immessi in possesso quattro giudici con esperienza e quattro magistrati di prima nomina.

In dettaglio, con riferimento alle macromaterie ivi indicate, sono in tendenziale aumento gli affari di volontaria giurisdizione iscritti nei registri SICID della Corte di Appello e del Tribunale di Potenza, le cause di lavoro-previdenza-assistenza del Tribunale di Matera.

Indubbiamente il maggior carico di pendenze attiene agli affari civili contenziosi e proprio con riferimento a queste cause sono stati conseguiti i maggiori risultati rispetto al 30.6.2018:

Corte di Appello variazione delle pendenze – 9,87 %  indice di ricambio 1,48

Tribunale di Potenza                                         – 4,1 %                                     1,22

Tribunale di Matera                                          – 12,26%                                  1,30

Tribunale di Lagonegro                                     – 8,19%                                   1,39

Quanto alla produttività in ambito civile si sottolinea che nel decorso anno giudiziario vi è stato un meritorio aumento in tutti gli uffici giudiziari del distretto che hanno registrato indici positivi nel rapporto tra procedimenti civili iscritti e procedimenti definiti (clearance rate) anche nei Tribunali di Lagonegro e Potenza, benché abbiano sofferto particolarmente per la scopertura dei posti di magistrato superiore al 20%. Infatti, si deve tenere conto che l’indice medio di scopertura degli uffici giudicanti in Italia è del 10,25 %.

Nonostante la vacanza dal 2016 al 2019 del posto di presidente della sezione civile e le traversie per l’eccessiva mobilità dei magistrati e le scoperture effettive, anche il Tribunale di Potenza ha compiuto sforzi notevoli nell’anno giudiziario 2018-2019, riuscendo a definire sempre un numero di cause superiore a quelle sopravvenute per quanto attiene le controversie contenziose, le cause in materia di lavoro -previdenza -assistenza, i procedimenti di volontaria giurisdizione e i procedimenti speciali sommari iscritti nel SICID.

Potenza è un tribunale giovane su 22 giudici in servizio n.11 non hanno conseguito la prima valutazione di professionalità.

Lagonegro è un tribunale ancor più giovane, sono 9 su 13 i colleghi di prima nomina sono più del 60% (D.M 3.2.2017- D.M 7.2.2018) e provengono dai distretti di Salerno, Napoli e Bari.

La “giovinezza” che connota i nostri due Tribunali rappresenta nel contempo un fattore di debolezza e di forza: di debolezza perché è causa di un incessante movimento in uscita; di forza perché c’è l’intensità dell’impegno dei giovani colleghi che danno il meglio per la giurisdizione con la freschezza dei loro studi.

Il Tribunale di Lagonegro, che era in uno stato di particolare sofferenza dovuto ad un eccezionale scopertura organica dei giudici (-62 % prima della copertura di quattro posti pubblicati come sede disagiata), nel primo semestre 2019 ha avuto una ottima ripresa, raggiungendo un rapporto iscritti-definiti pari a 1,33, superiore a tutti gli altri uffici giudiziari, compresa la Corte di Appello che ha registrato un clearance rate pari a 1,28 in ambito civile.

Il Tribunale di Matera ha confermato la sua capacità di smaltimento, nonostante la vacanza da ben più̀ di un anno di uno dei due giudice del lavoro in organico.

Nel SETTORE PENALE si registra un lieve aumento delle sopravvenienze nel 2018-19 avanti al Tribunale di Lagonegro (in particolare processi con rito monocratico) e di Matera (in particolare ufficio GIP-GUP) ed una flessione dei processi penali iscritti nel SICP della Corte di Appello -sezione ordinaria e del Tribunale di Potenza (in particolare processi con rito monocratico).

Nel settore penale nell’arco di tempo dal 2017 al 30.6.2019 si è registrato decremento delle pendenze nel SICP autori noti avanti al Tribunale di Potenza (-10,3%) con un notevole recupero rispetto al passato. Sostanzialmente stabile è la pendenza penale del Tribunale di Matera complessivamente considerata sempre con riferimento soltanto ai procedimenti contro autori noti.

Il Tribunale di Lagonegro ha ridotto l’incremento delle pendenze da n. 6.922 al 31.12.2016 a n. 7294 al 30.6.2019 con una variazione delle pendenze a fine periodo +5,2%.

La pendenza penale della Corte di Appello, che aveva avuto un’impennata +156,3% in soli 2 anni e 6 mesi dal 2015 al 30.6.2017, partendo il 31.12.2014 da n.668 pendenti nel SICIP, nel successivo periodo sempre di anni 2 mesi 6 ma dal 2017 al 30.6.2019 ha registrato una riduzione dell’aumento della variazione delle pendenze a +14,1 %.

Va evidenziato, però, che proprio nell’ ultimo anno la sezione penale ha compiuto il massimo sforzo in termini di produttività, pur con un periodo lungo di assenza per congedo straordinario di un consigliere, per cui dalla pendenza finale di n. 1737 al 30.6.2018 si è giunti ad una pendenza di n.1697 processi penali in appello pendenti al 30.6.2019.

Si deve tenere conto, altresì, per apprezzare la produttività della sezione penale della Corte di Appello che i consiglieri svolgono anche funzioni civili tabellarmente assegnate relativamente ai ricorsi per equo compenso per l’irragionevole durata dei processi civili, penali e amministrativi e alle opposizioni avverso i decreti in subiecta materia emessi dai componenti della sezione lavoro.

Trattasi di 429 procedimenti c.d. Legge Pinto complessivamente sopravvenuti nell’a.g. 2018-19, di cui n. 350 sono stati assegnati alla sezione penale che al 30.6.2019 ne ha definiti n. 346.

Si deve infine evidenziare che nel primo semestre del 2019 sono stati definiti più processi penali di quanti sono sopravvenuti nel medesimo arco di tempo avanti alla Corte di Appello e al Tribunale di Potenza che hanno registrato un rapporto tra iscritti e definiti superiore ad 1, mentre l’aumento delle sopravvenienze e le scoperture organiche di giudici ha portato ad esiti negativi sotto il profilo dell’indice di smaltimento del Tribunale di Lagonegro e Matera, che ha dovuto rinunciare all’apporto di un giudice della sezione penale a seguito di applicazione extradistretturale per un anno dal giugno 2018 presso il Tribunale di Foggia.

“Come magistrati del distretto di Potenza – ha concluso – dovendo compiere scelte serie e responsabili che richiedono tempi di ascolto e attenzione, di studio e riflessione, ci siamo impegnati oltre l’esigibile a offrire una risposta di giustizia numericamente superiore all’anno precedente, salvaguardando equità, etica e professionalità”.