Basilicata: agli arresti domiciliari l’ex Dirigente amministrativo della Corte di Appello, della Procura Generale e della Procura della Repubblica di Potenza. I dettagli

Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato stampa del Procuratore distrettuale Francesco Curcio.

Ecco quanto riportato:

“Nelle prime ore di questa mattina, su disposizione di questa Procura della Repubblica, la Sezione di Polizia Giudiziaria Aliquota Polizia di Stato, incardinata presso la stessa Procura della Repubblica, ha dato esecuzione all’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex Dirigente amministrativo della Corte di Appello, della Procura Generale e della Procura della Repubblica di Potenza ed attualmente, dal mese di Settembre, in servizio esso l’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia, Cicinati Girolamo in quanto ritenuto gravemente indiziato dei reati di falso, calunnia, despistaggio e truffa di cui agli artt 81 cpv, 476, 2° comma, 479, 491 bis, 368, 375 comma 2, 640 comma 2 nr 2 bis, 61 n.2 e 9 codice penale.

L’ordinanza è stata adottata dal Gip all’esito delle attività d’indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Potenza e condotte dalla locale Sezione di Polizia Giudiziaria Aliquota Polizia di Stato, che hanno permesso di ricostruire, a livello di gravità indiziaria (ferma restando la presunzione d’innocenza fino a condanna definitiva) la dinamica dei fatti contestati che nella prospettiva accusatoria fatta propria dal Giudice per le indagini preliminari, era consistita in molteplici e convergenti condotte delittuose poste in essere dall’indagato finalizzate a prospettare delle assunzioni presso il Ministero della Giustizia e sue diramazioni territoriali, in favore di numerosi cittadini ignari, molti dei quali disoccupati ed in condizioni di particolare vulnerabilità economico-sociale.

Costoro, per assicurarsi le assunzioni promesse, avrebbero elargito somme di danaro al CICINATI, il quale abusava, in questo modo, della sua funzione pubblica e della conseguente credibilità che aveva nel contesto ove viveva.

In particolare, il quadro indiziario veniva ricostruito attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche, l’ascolto di numerose persone informate sui fatti, l’acquisizione di copiosa documentazione, lo svolgimento di perquisizioni informatiche con conseguente ricostruzione dei contatti e quindi dei messaggi e delle mail intercorse fra il Cicinati e le parti lese, fra cui una falsa lettera di assunzione del Ministero della Giustizia, che, sulla base degli accertamenti svolti dalla polizia postale, il Cicinati avrebbe inviato alle diverse parti lese”.