Superbonus, tempi sempre più stretti! Resta il 110% per chi inizia i lavori entro questa data

Novità sul superbonus.

Come fa sapere il Sole24ore:

“È sempre più stretto il sentiero per poter utilizzare il superbonus con il maxi sconto del 110 per cento.

La versione della norma approvata in Consiglio dei ministri e illustrata ieri dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa sul nuovo decreto Aiuti introduce nel regime transitorio un doppio vincolo da rispettare per imprese e contribuenti: entro il 25 novembre andrà effettuata la comunicazione asseverata per il superbonus (Cilas);

ma prima, entro la data di entrata in vigore del nuovo decreto, i condomìni dovranno aver già deliberato l’approvazione dell’esecuzione dei lavori.

In questo modo il governo prova a salvare le imprese e i contribuenti che hanno avviato da tempo la complessa e articolata pratica del 110% e che sono di fatto a un passo dall’inizio lavori.

Per questi soggetti ci sono ancora due settimane di tempo per non perdere il maxi sconto.

Più difficile, se non impossibile all’atto pratico, deliberare i lavori entro la data di entrata in vigore del decreto che, tra correzioni, bollinatura della Ragioneria e pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, lascia forse lo spazio di qualche giorno, al massimo fino a giovedì o venerdì della prossima settimana (anche per dare continuità agli sconti fiscali sulla benzina).

Una volta approvata la delibera condominiale, però, occorre ricordarsi sempre del 25 novembre per la Cilas.

Una missione, come detto, quasi impossibile per mantenere il superbonus al 110% per interventi di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza degli edifici.

Lo sforamento

Una scelta voluta quella del governo, che ieri con Giorgetti ha ribadito come il superbonus abbia ampiamente sforato i “budget” ipotizzati dai due governi precedenti (oltre 37,8 miliardi di scostamento tra spesa già coperta dai saldi di finanza pubblica e spesa effettivamente autorizzata), ma soprattutto ha finito per favorire soltanto i contribuenti con maggiore capacità di spesa.

In questo senso va letto il doppio intervento di ridimensionamento.

La tagliola che riduce al 90% il bonus per le spese sostenute dal 1° gennaio 2023 consente un risparmio in 10 anni di 4,5 miliardi.

Risorse che per 2,5 miliardi consentono sia di prorogare il 110% per le villette fino al 31 marzo per chi ha concluso il 30% dei lavori entro il 30 settembre scorso (si veda il servizio in basso), sia di riaprire a nuovi interventi da parte dei “soli proprietari” (sono esclusi gli immobili concessi in comodato) sulle unità unifamiliari, purché queste siano adibite ad abitazione principale e soprattutto il contribuente che effettua gli interventi abbia un reddito non superiore a 15mila euro.

Il quoziente familiare

Un tetto che, nelle intenzioni annunciate da Giorgetti, punta a ripristinare un principio di equità su quel che resta del superbonus. Il limite, però, è mobile.

Il reddito complessivo familiare ipotizzato dal decreto poggia su un prima formula di quoziente visto che è costituito dalla somma dei redditi complessivi posseduti dal contribuente, nell’anno precedente a quello in cui viene sostenuta la spesa, dal possibile coniuge e dai familiari conviventi (comprese anche le unioni civili).

Si tratta del prototipo di quoziente famigliare, almeno stando alle indicazioni della presidente Meloni.

Il denominatore, secondo la bozza del decreto, è calcolato pari a uno nel caso di un nucleo famigliare composto da una sola persona ed è incrementato di uno se è presente un secondo familiare convivente; di 0,5 se è presente un familiare a carico, di 1 se sono presenti due familiari a carico e di 2 se sono presenti tre o più familiari a carico.

Così, ad esempio, un contribuente con un reddito di 50.000 euro, con un coniuge e quattro figli a carico, ai fini del calcolo del nuovo quoziente si vedrà rideterminare in 12.500 euro il valore rilevante ai fini dell’accesso al bonus edilizio.

Lo stesso meccanismo dovrebbe valere, secondo la bozza, per gli interventi sugli appartamenti “trainati” dai lavori del condominio”.