NELLA NOSTRA REGIONE BAMBINI SEMPRE PIÙ “POVERI” ED EMARGINATI. RINUNCIANO A SPORT, WEB, GITE E ATTIVITÀ CULTURALI

La povertà crescente entra nelle scuole e rende visibili le distanze e le ingiustizie.

Un quadro drammatico sulla “povertà relativa” dei bambini, emerge dall’ottava edizione dell’Atlante dell’Infanzia a rischio realizzato da Save The Children, pubblicato da Treccani, e disponibile nelle librerie italiane dal prossimo 23 Novembre.

In Basilicata un minorenne su cinque (il 21%) è “in povertà relativa” e tre bambini su cinque (60%) non hanno svolto in un anno quattro o più attività culturali e educative.

In Italia i minori in povertà assoluta sono un milione e 292 mila, uno su otto (12,5%). Il 14% in più del 2015.

Le famiglie povere sono 669mila, cifra cinque volte maggiore rispetto a dieci anni fa.

I minorenni in povertà relativa sono il 22,3% (erano il 20,2).

A cinquant’anni dalla scomparsa di Don Lorenzo Milani, l’organizzazione umanitaria Save the chidren scrive la sua “Lettera alla scuola”, il luogo strategico dell’infanzia, e non può non osservare come le disuguaglianze sociali continuino a riflettersi sul rendimento degli alunni.

Secondo questi dati le famiglie povere, una volta sostenuti i costi per la casa e per la spesa alimentare possono spendere, ogni mese, solo 40 euro per la cultura e 7,60 euro per l’istruzione.

È un fenomeno che investe tutto il Paese, senza differenze in questo caso: il 12% di nuclei disagiati è al Nord, l’11,6 al Centro, il 13,7 al Sud.

L’inasprimento delle condizioni di povertà ha colpito soprattutto le famiglie numerose, con genitori giovani e di recente immigrazione.

La contemporaneità ha creato nuove povertà educative: molti bambini e adolescenti non hanno accesso a attività culturali.

Il 59,9% o tra i 6 e i 17 anni non arriva a svolgere, in un anno, quattro delle sette attività culturali che seguono:

  • lettura di almeno un libro;
  • sport continuativo;
  • concerti;
  • spettacoli teatrali;
  • visite a monumenti e siti archeologici;
  • visite a mostre e musei;
  • accesso a internet.

I bambini in condizioni svantaggiate non accedono mai, in un anno, al web, mentre c’è una folta schiera di ultraconnessi: in Italia quasi il 23,3 per cento risulta collegato a internet più scuole su dieci non arrivano a un laboratorio ogni cento studenti.

Solo il 17,4 per cento degli istituti scolastici è dotato di almeno una palestra in ogni sede. Quasi tutte hanno una biblioteca, ma meno di un terzo del patrimonio librario risulta utilizzato.

A fianco di troppe realtà di analfabetismo didattico, precarietà organizzativa, carenze strutturali, deserti relazionali, vere e proprie discriminazioni e ingiustizie “che fanno pagare un prezzo enorme ai bambini più svantaggiati”, l’Atlante Save-Treccani racconta anche una scuola fatta di innovazione, dedizione, emozioni positive.

Valerio Neri, direttore generale di Save the Children, ha dichiarato:

“Oggi continuiamo a trovarci di fronte a una scuola che, a volte, alimenta le disparità.

Deve essere riconosciuto il diritto di tutti i bambini a un’eguale istruzione, a prescindere

dal contesto sociale e economico in cui vivono. Ogni bambino ha il diritto di essere protagonista ed essere ascoltato”.