Matera: “Il Torrente Gravina è sempre più sporco e interi costoni della murgia si stanno sgretolando”. La denuncia

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Legambiente Matera:

“‘Una sentinella nel cuore del parco delle Chiese Rupestri a garanzia che quanto si andrà a realizzare non si trasformi in un’area protetta solo sulla carta’.

Con queste parole il 2 maggio 1992 Renata Ingrao, allora segretaria nazionale di Legambiente, chiudeva il convegno di inaugurazione del Centro visite della Legambiente a Masseria Radogna, dopo trentatré anni di discussioni, studi e convegni sull’istituzione del Parco delle Chiese Rupestri.

Il 30 aprile 2002 nasceva il CEA che in questi vent’anni ha gestito con serietà, impegno e dedizione il Centro di educazione ambientale intitolato a Mario Tommaselli, e per questo siamo grati a Paolo, Antonio, Saverio, Rosanna, Giusy, Vanna, Milena, Carmela e Maria.

Al ruolo di sentinella del Parco Legambiente non ha mai rinunciato, seguendo con attenzione le vicende ad esso legate.

A distanza di trent’anni dobbiamo constatare che ci sono seri motivi di apprensione sul futuro del Centro visite e dello stesso Parco.

Il 27 febbraio 2023 il Consiglio Direttivo del Parco della Murgia materana ha deliberato gli indirizzi per la redazione del bando di gestione di Jazzo Gattini e Masseria Radogna a Murgia Timone rendendoli noti soltanto il 20 aprile 2023.

Dal momento che gli indirizzi inseriti nella delibera sono da considerare indicativi, così come riporta la prima riga della delibera, Legambiente, in qualità di stakeholder, propone alcune considerazioni in merito al bando.

I Centri di educazione ambientale sono strutture che realizzano progetti di educazione all’ambiente con particolare riferimento ai contesti territoriali in cui sono inseriti.

Realizzano percorsi educativi, soggiorni didattici, iniziative di formazione, materiali didattici e divulgativi e si occupano di documentazione e ricerca, di comunicazione e informazione.

Sono presìdi culturali impegnati a migliorare la qualità ambientale e culturale dei territori.

Le linee guida pubblicate dal Consiglio direttivo dell’Ente Parco non prendono affatto in considerazione l’aspetto didattico, formativo e culturale, facendo riferimento esclusivamente alla fruizione turistica del Parco, sulla stessa linea d’onda dei principi che hanno ispirato gli scriteriati lavori del Parco della storia dell’uomo il cui intento è stata la valorizzazione esclusivamente a scopo turistico di Murgia Timone.

Il gestore dovrebbe essere parte attiva nella conservazione e nello studio del suo patrimonio con apporto di professionalità provenienti dal mondo della Ricerca Universitaria o di alta e comprovata specializzazione professionale.

Il patrimonio del Parco della Murgia Materana non può prescindere da avere, al suo interno, figure professionali come quelle dello storico, dell’archeologo, del geologo e del naturalista.

Dovrebbero essere previsti anche partenariati con enti e associazioni locali senza scopo di lucro aventi determinati requisiti, mentre così come è impostato sul piano finanziario, sembra rivolto prevalentemente a investitori di capitali.

E’ trascorso più di un anno dall’approvazione in Consiglio comunale di una delibera in cui, accertate le difformità dei lavori intrapresi a Murgia Timone nell’esecuzione del progetto Parco della storia dell’uomo, lo stesso Consiglio si è impegnato a porre in essere qualsiasi iniziativa volta al ripristino dello stato dei luoghi alle condizioni originarie.

Gran parte delle opere realizzate nel progetto Parco della storia dell’uomo, ancorché in predicato di essere rimosse, versano in cattive condizioni per scarsa manutenzione.

Tutto ciò avviene mentre il Torrente Gravina è sempre più sporco e interi costoni della murgia si stanno sgretolando per effetto degli agenti atmosferici e per l’incuria degli uomini”.