Giugno di pagamenti per i proprietari di seconde case, altri fabbricati, aree edificabili e terreni non esenti che dovranno quindi pagare l’acconto IMU e TASI 2019.
La data ultima per versare quanto dovuto è il 17 Giugno e c’è una novità che apre la strada a possibili aumenti: la legge di Bilancio, infatti, ha rimosso lo stop ai rincari comunali.
Laura Castelli (Viceministra all’Economia) lo aveva anticipato ai Comuni durante l’Assemblea Anci:
“Siamo convinti che la leva fiscale vada sbloccata.
Siamo convinti che un buon sindaco sa come calibrare con i suoi cittadini la necessità fiscale e il cittadino sceglierà se questa è stata una buona misura oppure no”.
Quindi Regioni e Comuni potranno aumentare fino ai massimi le aliquote ovvero il 3,3% per l’addizionale Irpef regionale, lo 0,8% per quella comunale e il 10,6 per mille per Tasi e Imu.
Sul fronte pagamenti è possibile ignorare il primo richiamo (bisogna poi saldare tutto il prossimo 16 Dicembre 2019).
Ci sono alcune novità in quanto alcuni Comuni hanno accorpato l’Imu e la Tasi.
Così con l’abolizione della Tasi è stata aumentata l’Imu (il saldo finale dovrebbe essere simile all’importo delle due imposte separate).
In questo caso: il proprietario può pagare prima l’Imu con l’aliquota del 2018 e passare al conguaglio con il saldo finale.
Bisogna fare attenzione anche alle variazioni arrivate nei primi 6 mesi dell’anno in corso che possono quindi incidere sulla cifra dovuta.
Ricordiamo che l’IMU è l’Imposta municipale propria, la TASI è il Tributo per i servizi indivisibili.
L’IMU si versa per il possesso dell’immobile, mentre la TASI è un tributo che va versato al Comune per garantire i servizi indivisibili, ovvero quelli erogati dall’ente e utilizzati da tutti i cittadini (non rispondono quindi a “una utenza specifica” e sono ad esempio gli asili nido, trasporto scolastico, l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la vigilanza urbana ecc).