Basilicata: “Se chiude una sola scuola chiude la speranza di una comunità a vivere e a non vedere andar via i propri giovani”. Ecco la situazione

Riceviamo e pubblichiamo una nota di Carmine Ferrone (Consigliere Provinciale Potenza), sulla questione del dimensionamento scolastico:

“Il Consiglio Provinciale dopo il documento approvato per contrastare il dimensionamento scolastico è un punto di riferimento di sindaci, sindacati, associazioni e soprattutto personale scolastico, studenti, famiglie.

Se chiude una sola scuola chiude la speranza di una comunità a vivere e a non vedere andar via i propri giovani.

Con questa battaglia – che deve continuare su tutti i fronti, in sintonia con il Consiglio Provinciale di Matera – vogliamo difendere la scuola pubblica da un altro attacco contenuto nel disegno di Autonomia Differenziata che vorrebbe il Paese spaccato in due con scuole di serie A nel Nord e scuole di serie B al Sud.

Si pensi solo agli effetti della proposta di alcuni Governatori del Nord di prevedere salari in aumento per il personale scolastico delle proprie regioni.

Per questo c’è bisogno di una risposta più complessiva che ci veda tutti protagonisti.

Quello che è emerso con chiarezza nella riunione straordinaria del Consiglio è che sul dimensionamento scolastico si gioca il futuro di intere generazioni e con esso la tenuta demografica e sociale dei nostri territori.

Abbiamo adesso la responsabilità di indicare un percorso istituzionale e politico per smontare il disegno sostenuto dal Governo di cancellare, con un colpo di spugna, ben 25 istituti scolastici già dal prossimo anno scolastico (2024-2025).

La strada da percorrere è una sola indicata da più parti: sulla base di quanto già fatto dalle Regioni Campania, Emilia Romagna, Toscana e Puglia, anche la Regione Basilicata deve presentare il ricorso alla Corte Costituzionale sul provvedimento legislativo nazionale.

Non possiamo più fidarci di impegni generici del Presidente Bardi e dei suoi assessori.

La difesa dell’esistente si affronta su vari livelli e questo istituzionale è il più importante anche se non l’unico.

Perché ci vuole una forte mobilitazione popolare che costringa il Ministero all’Istruzione a fare marcia indietro”.