Basilicata: “Sanità al collasso. I cittadini per curarsi devono andare o fuori regione o rivolgersi a strutture private”. Questa la situazione

Aziende sanitarie senza direzione, carenza di medici e di personale infermieristico.

È questa la situazione della nostra sanità, sempre più al collasso.

Conseguenza di tutto questo è l’abbassamento dei livelli qualitativi assistenziali che stanno letteralmente minando alle basi il diritto alla salute dei cittadini lucani”.

Lo afferma il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, che aggiunge:

“Una fotografia dello stato attuale che il presidente della Regione Vito Bardi e l’assessore alla Sanità Francesco Fanelli immaginano di poter sbiadire, nel vano tentativo di offuscare la realtà con qualche comunicato o qualche scarna apparizione.

I fatti, però, parlano da soli: liste di attese infinite, nessuna politica di prevenzione e, soprattutto, ospedali allo stremo.

Il San Carlo fa fatica ad essere eccellenza per la funzione che ha sempre avuto di essere ospedale regionale, il Madonna delle Grazie e il sistema sanitario materano sono ormai destrutturati, per non parlare del diritto alla salute negato nelle aree più di ‘frontiera’ del nostro territorio.

E ancora il Crob, che riveste un ruolo fondamentale nel campo della ricerca e nella cura delle malattie oncologiche e che da mesi è ancora senza una guida.

A questo si aggiunge il disastro dell’Asp dopo la rimozione del direttore Bochicchio, inviso al governo regionale.

Il risultato delle politiche dell’esecutivo regionale è che l’Azienda sanitaria locale della provincia di Potenza sta chiudendo reparti in tutto il territorio provinciale: dall’ospedale di Villa d’Agri ai presidi sanitari di Lagonegro e Melfi.

Una situazione drammatica quella della sanità lucana, figlia di scelte sbagliate rispetto alle quali il presidente Bardi dovrebbe valutare seri interventi nell’immediato.

L’apertura al confronto con le parti sociali, con il territorio e i suoi rappresentanti istituzionali, a partire dai sindaci all’ordine dei medici, rappresenterebbe un gesto di partecipazione democratica e sensibilità verso il territorio e la sua gente.

Distribuire a pioggia il bonus gas serve a poco se poi non vengono garantiti i servizi essenziali e i cittadini, per curarsi, devono andare o fuori regione o, peggio, rivolgersi a strutture private spendendo il triplo rispetto ai risparmi sul gas.

Sarebbe utile immaginare di destinare una parte delle compensazioni ambientale, invece, per programmare e fare scelte che possano garantire assunzioni di personale, potenziamento delle strutture ospedaliere, territoriali e socio-assistenziali oltre che l’abbattimento delle liste d’attesa attraverso un grande investimento per una sanità pubblica che curi e garantisca il benessere di tutti.

Il welfare nella nostra regione potrebbe essere un grande investimento per il benessere delle persone che garantirebbe tanta e buona occupazione”.