Basilicata, aumento dei prezzi: “Molteplici esercenti arrivati ad applicare una tassa Covid, frutto di pura fantasia”!

Il consigliere di Basilicata positiva, Piergiorgio Quarto, in una nota dichiara:

“Come più volte richiesto da associazioni di consumatori e avallato da altri schieramenti politici l’istituzione di un Osservatorio regionale sui prezzi diventa opportuna e indispensabile in questo particolare periodo.

Infatti, molteplici e ripetute sono le lamentele e le segnalazioni dei cittadini alle prese con aumenti ingiustificati dei prezzi.

Ecco, quindi, che costituire un organismo con competenza regionale deputato a raccogliere le anomalie sui prezzi diventa un ottimo deterrente nei confronti di chi, in questo particolare momento di estrema difficoltà per tantissimi nuclei familiari, adotta comportamenti improntati alla becera speculazione ed alla mancanza di rispetto delle più elementari regole del commercio.

Il cittadino merita tutela e i sovrapprezzi che qualcuno intende adottare sono il risultato di iniziative immotivate e incomprensibili.

Formare un Osservatorio costituito da componenti della società civile, ma anche da esponenti di importanti istituzioni di riferimento territoriale come la Prefettura e la Camera di Commercio, diventa una scelta obbligata da non rinviare più nel tempo.

Molteplici gli esercenti che sono arrivati ad applicare una tassa Covid, frutto di pura fantasia, priva di qualsiasi riscontro normativo.

Molti la giustificano, incredibile a dirsi, come copertura per le spese di sanificazione e messa in sicurezza dei locali.

Fra i prodotti non alimentari che hanno registrato aumenti cospicui vanno segnalati i detergenti per pulire la casa e quelli per disinfettare la cui richiesta è estremamente elevata.

Per quanto riguarda i generi alimentari poi, bene ha fatto la Coldiretti a denunciare aumenti sui prezzi medi del 3 per cento, ma con punte che raddoppiano per i prodotti freschi.

Si parla di maggiori costi da parte delle aziende per garantire le misure di sicurezza anti-Covid, oltre alla carenza di lavoratori ormai cronica, necessari a garantire la raccolta.

Il dato di fatto reale è che nei punti vendita si registrano aumenti che vanno dal 8,4 per cento per la frutta e del 5 per cento per la verdura.

Si registrano incrementi più contenuti per altri generi alimentari come latte, salumi, pasta, burro, carni e formaggi.

I danni del coronavirus si manifestano in una molteplicità di aspetti, non per questo a doverne subire le conseguenze devono essere le fasce più deboli della popolazione.

Ecco perché occorre creare un sistema che metta a disposizione dei cittadini strumenti idonei ed efficaci.

Si tratta di continuare a garantire il pur misero potere d’acquisto di salari irrisori.

Il riferimento è ovviamente a coloro che un lavoro ed una retribuzione continuano ad averla”.