A Metaponto Pitagora “insegnò, visse e morì” e ora risorge con il monumento a lui dedicato

“A Metaponto, dove il Maestro insegnò, visse e morì, è ora possibile ammirare il monumento a lui dedicato”.

Lo annuncia il Comune di Metaponto in una nota, in cui è specificato che:

“in realtà si è voluto onorare il Maestro al pari di altri grandi filosofi, come Socrate, Platone, Aristotele, tutti rappresentati con bellissime statue a loro dedicate in più parti nel mondo.

A Metaponto si è colmato un inspiegabile vuoto secolare: il Maestro dei maestri privo di una statua in stile classico realizzata in suo onore.

La statua farà compagnia a quella in stile moderno presente a Samo, l’isola natia di Pitagora, ed è la estensione volto-corpo dell’erma presente nei Musei Capitolini di Roma. Come si evince dalle note storiografiche il busto capitolino è tratto da un originale greco del V secolo a.C., quindi di elevata attendibilità.

In realtà la statua appare la naturale conclusione del ciclo di una vita fantastica di un uomo immenso che a Samos traguarda il cielo con una squadretta in mano, per prendere evidentemente divina ispirazione, e a Metaponto con sguardo sapiente e con mano ferma indica la summa della sua sapienza: la tetrade, il tetraedro, il solido perfetto racchiuso in triangoli in cui è espressa la sacra tetraktys. Si è voluto immaginare che il suo sepolcro, sin qui mai trovato, potesse essere a forma di tetraedro ed è per questo che è così rappresentato e protetto nella sua Agorà di Metaponto.

Nell’Agorà il Maestro, grazie al posizionamento lievemente sollevato dal piano stradale, continuerà il suo dialogo immaginario con quanti ancor oggi vedono nei suoi versi aurei la saggezza e la lungimiranza a lui universalmente riconosciute.

Non a caso Pitagora viene rappresentato, in formato uomo e nelle sue più probabili fattezze, con un copricapo formato da una fascia di tessuto intrecciata al di sopra di un berretto probabilmente in cuoio.

Secondo quanto riferisce Claudio Eliano (Varia historia, XII, 32), il filosofo era solito vestire all’orientale e adoperare una benda (tenia o fascia) annodata intorno alla testa, simile all’odierno copricapo indossato nel Nord Africa e nel vicino e medio Oriente. Questa specie di turbante stabilisce un collegamento con la tradizione sviluppata dall’età ellenistica in poi, secondo cui Pitagora sarebbe stato un mediatore culturale tra Occidente ed India (Museo Archeologico Nazionale di Napoli).

A Metaponto, 2600 anni dopo, si è colmata una sorprendente dimenticanza della storia che non poteva più essere rimandata. Onore a Pitagora, maestro e pensiero dell’Umanità”.