Coronavirus Pisticci: gli alunni di questa scuola spiegano la loro assenza in classe! Ecco la lettera

Alcuni alunni dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Giustino Fortunato” di Pisticci (MT) scrivono una lettera aperta per esternare la loro opinione sulla “mancata sicurezza nel riaprire le scuole“.

Ecco il testo integrale:

Cari politici e cari adulti,

tutti noi vorremmo tornare a scuola, ma la paura di contagiarci e contagiare i nostri cari frena gli entusiasmi.

Il nostro più grande desiderio è di tornare presto alla vita normale e riavere la scuola, quella vera; ci manca vedere i nostri compagni ogni giorno, i professori, le nostre chiacchierate.

Volevamo chiedervi una cosa:

Vi ricordate com’era la vita prima di tutto questo?

Noi ricordiamo le mattine con la sveglia puntata alle 07:00, che magari non suona e tocca vestirsi più in fretta possibile.

Ricordiamo le voci in corridoio o l’ansia di chi ha una interrogazione.

Ricordiamo tutti i 4 presi, conditi da una risata con i nostri amici.

Ce le ricordiamo tutte queste cose?

Noi le ricordiamo benissimo, e credeteci, ci mancano moltissimo.

Il pensiero che il virus ci abbia rubato un anno della nostra gioventù, dei nostri anni più belli, ci fa rabbrividire.

Questi sono i pensieri degli alunni dell’Istituto Tecnico Tecnologico di Pisticci (MT), a cui si aggiungono molti dubbi da parte delle nostre famiglie.

Dopo aver saputo della ripresa delle attività didattiche subito dopo Pasqua, l’unica domanda a balenarci nella mente è stata:

perché il ritorno a scuola deve avvenire senza un’operazione di screening per gli studenti delle scuole superiori?

Sappiamo benissimo che in questo caso i presidi e i sindaci hanno le mani legate, e sappiamo che sarebbero stati dalla nostra parte, però noi cosa dovremmo fare?

Abbiamo deciso di fare questo sciopero per avere delle risposte attinenti, ma sappiate che pensare alle nostre aule vuote ci fa male.

Abbiamo letto alcuni commenti di persone che dicono:

‘In giro però si esce tranquillamente’.

Vorrei dire a queste persone che noi siamo stanchi di essere chiusi in casa da un anno, senza amici, senza scuola, senza sport e tutto ciò che porta alla crescita di noi ragazzi.

L’attenzione deve essere tanta sia in giro che a scuola, però cercate di non dare sempre la colpa a noi giovani che stiamo cercando di non farci ammazzare dalla depressione oltreché dal Covid!”