Miele, in Basilicata produzione in forte calo. Questa la situazione

Anche in Basilicata, complice il clima pazzo di quest’anno che ha moltiplicato gli eventi estremi, fra siccità e nubifragi, risulta tagliata di oltre la meta’ la produzione di miele con le fioriture estive bruciate dal caldo o distrutte dalla grandine e le api, allo stremo, costrette ad allungare i voli per trovare un po’ di nutrimento.

E’ quanto emerge dal primo bilancio di Coldiretti sul miele Made in Italy nel 2022 con il raccolto praticamente dimezzato rispetto al potenziale produttivo.

Il risultato e’ una produzione Made in Italy intorno ai 13 milioni di chili, fra le più basse del decennio. Il crollo di produzione in Basilicata rispetto allo scorso anno arriva anche all’80 per cento.

Spiega il presidente della Coldiretti, Antonio Pessolani:

“Indubbiamente una situazione grave sulla quale hanno pesato in modo particolare le alte temperature e la mancanza di acqua con fioriture anticipate che hanno costretto gli apicoltori a partire prima verso le aree montane e a portare razioni di soccorso negli alveari già nei primi giorni di agosto.

Ad ogni modo sul prossimo PSR sono previsti bandi apistici sebbene le dotazioni finanziarie non sono ancora definite”.

In Italia si consuma circa mezzo chilo di miele a testa all’anno, sotto la media europea che e’ di 600 grammi ma un terzo rispetto alla Germania.

Un patrimonio prezioso, spesso messo a rischio dalle importazioni dall’estero cresciute di quasi il 18% nei primi cinque mesi del 2022 e l’anno scorso hanno raggiunto i 24 milioni di chili di cui più della meta’ (14 milioni di chili) da Ungheria, Romania e Ucraina con quasi 2 vasetti su 3 pieni in pratica di prodotto straniero, spiega l’analisi di Coldiretti su dati Istat.

Continua Pessolani:

“Ai consumatori che visitano i nostri mercati di Campagna Amica suggeriamo per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità, di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole”.