Difficoltà anche nel Materano nel reperire manodopera specializzata richiesta dalle aziende di questo settore. La situazione

Gli addetti delle imprese del Legno e Mobili rappresentano l’1,2% degli addetti del totale economia, ma in chiave territoriale la diffusione è più che doppia; a Matera raggiunge il 3,1% con un export che nonostante le difficoltà dei mercati esteri continua a tenere.

Permane comunque la difficoltà anche nel Materano di reperire manodopera specializzata richiesta dalle aziende del settore sino a raggiungere, da noi, il 53,8% delle entrate programmate.

E’ questa la fotografia scattata da Confartigianato a pochi giorni dal Salone Internazionale del Mobile (dal 16 aprile a Milano), evento che celebra la contaminazione di design, progettazione e la produzione del made in Italy del legno e dell’arredo, un comparto che presenta una marcata artigianalità.

Alla fine del 2023 il settore di Legno e Mobili in Italia conta 54mila imprese registrate, precisamente 30.895 del Legno e 22.909 dei Mobili, e conta 216mila addetti.

Elevata la vocazione artigiana: le 35mila imprese artigiane contano 88mila addetti rappresentano del settore il 64,4% delle imprese ed il 40,6% degli addetti.

Fatturato dei mobili, l’Italia sorpassa la Germania – Il comparto del legno e arredo realizza un fatturato di 46 miliardi di euro di cui 27,2 miliardi (59,2%) per i mobili e 18,8 miliardi (40,8%) per i prodotti in legno.

Il made in Italy – L’export del legno e mobili nel 2023 vale 14,3 miliardi di euro – di cui l’82,7% rappresentato dai 11,8 miliardi di made in Italy dei mobili. Il comparto ha risentito della caduta del commercio internazionale registrata lo scorso anno, e nel 2023 l’export di legno e mobili è sceso del 5,0% rispetto all’anno precedente.

I mercati dell’export di legno e mobili – Tra i maggiori 20 mercati esteri, in controtendenza segnano una crescita Turchia con il +22,8%, Emirati Arabi Uniti con il +5,7%, Spagna con il +2,2%, Francia con il +1,5% e Grecia con +1,4%. In territorio negativo troviamo Arabia Saudita (-0,2%), Svizzera (-4%), Paesi Bassi (-4,4%), Austria (-5%), Belgio (-5,1%), Germania (-6,5%), Polonia (-6,7%), Romania (-7,2%) e Regno Unito (-7,2%). Cali più mercati per Stati Uniti (-10,9%), Australia (-11%), Israele (-11,2%), Russia (-11,5%), Canada (-15,4%) e Cina (-16,5%).

I territori del made in Italy di legno e mobili – Tra le principali regioni – con peso percentuale su totale export di legno e mobili superiore o uguale all’1% – nel 2023 rispetto al 2022 performano meglio Piemonte (+7,5%), Trentino-Alto Adige (+3,7%) e Marche (+0,2%); e peggio Puglia (-12,4%, per questo dato va tenuto conto che il Polo del Salotto è a cavallo tra Barese e Materano), Friuli-Venezia Giulia (-11,3%) e Lazio (-7,3%).

Il trend della produzione – A fronte della discesa della domanda internazionale e della debolezza dei consumi interni, influenzati dal calo del potere di acquisto delle famiglie, si osserva una contrazione dell’offerta. Nel 2023 nel settore dei prodotti in legno la produzione è scesa del 14,1% rispetto al 2022 mentre la produzione dei mobili è scesa del 5,7% in un anno, cali più marcati rispetto al -1,6% del totale manifattura.

Più critica la carenza di manodopera – Per il settore del Legno e Mobili nel 2023 si osserva una elevata, e superiore alla media, quota di imprese che lamentano la mancanza di manodopera. Questa evidenza la cogliamo attraverso l’elaborazione dei dati Excelsior-Unioncamere secondo la quale le entrate difficili da reperire sono il 57,1% del totale, superiore di 12 punti percentuali rispetto alla media di 45,1% e di 7,1 punti rispetto al 50,0% del Manifatturiero esteso; sono 28.120 i lavoratori difficili da assumere ed in particolare il 61,6% per ridotto numero di candidati e 32% per inadeguatezza.

Tra le figure più ricercate dalle imprese di Legno e Mobili – con almeno mille entrate – quelle con difficoltà di reperimento superiore alla media del settore sono: Tappezzieri e materassai (79,6%), Disegnatori industriali (67,7%), Falegnami ed attrezzisti di macchine per la lavorazione del legno (67,2%) e Operai addetti a macchine in impianti produzione in serie mobili/articoli in legno (61,8%). In particolare, i falegnami e attrezzisti di macchine per la lavorazione del legno sono i lavoratori più ricercati dal settore, ma si fa fatica a trovarne 10.410 che rappresentano il 37,0% delle entrate difficili da reperire nel settore.

Rosa Gentile, presidente Confartigianato Matera. Il comparto Legno Arredo rappresenta per noi un’eccellenza artigiana.

Abbiamo una specializzazione radicata e in continua evoluzione rispetto ai gusti e alle esigenze del mercato, sia nella lavorazione del legno che nella produzione di mobili.

E le MPI (che, magari, non hanno nomi glamour) sono, tuttavia, una fetta importante del settore, anche perché in esse si conserva il saper fare diffuso della filiera. In questo senso, il Salone del Mobile è una bella occasione per le nostre imprese, ma anche per chi non potrà esserci perché comunque contribuisce a tener acceso il faro sulle eccellenze che sappiamo immaginare e creare per vivere meglio i nostri spazi. L’attenzione e l’impegno di Confartigianato sono rivolti a sostenere lo sforzo delle imprese di settore e a dare soluzioni al problema della formazione delle figure professionali maggiormente richieste”.