A Matera la Panchina rossa contro la violenza sulle donne: ecco l’iniziativa

In vista della giornata Internazionale contro la violenza maschile sulle donne, la Consigliera regionale di parità, Ivana Pipponzi, ha dedicato l’intera giornata del 23 novembre ad iniziative di sensibilizzazione e formazione.

La mattina alle ore 10.30, sarà installata la “Panchina rossa contro ogni forma di violenza” con targa portante il numero verde antiviolenza 1522.

La panchina sarà posta a Matera in via Annibale di Francia, nel piazzale antistante la sede dell’Ispettorato territoriale del Lavoro.

L’Iniziativa è frutto di una attività sinergica tra l’ufficio della Consigliera di parità regionale e l’Ispettorato regionale del lavoro volta alla prevenzione e contrasto delle discriminazioni di genere sui posti di lavoro.

Ha un valore altamente simbolico, anche alla luce della recente ratifica della Convenzione Oil (Legge n. 4/2021) sul contrasto alla violenza e alle molestie sui luoghi di lavoro; si vuol così ricordare le tante vittime di femminicidio ed offrire un servizio segnalando il numero verde antiviolenza che, se attivato, può salvare la vita di una donna.

L’iniziativa è patrocinata da Bcc Basilicata (ente finanziatore), da Lions Clubs Potenza Pretoria, Potenza Duomo, Potenza Host e Melfi e dall’associazione Matera Città per le Donne.

Dichiara Pipponzi:

“Dobbiamo però essere consapevoli che si deve parlare di violenza di genere e molestie tutto l’anno, come facciamo noi Consigliere di parità nell’ambito dell’azione istituzionale antidiscriminatoria, anche quali pubblici ufficiali.

Noi lo facciamo ogni giorno ascoltando le donne che vengono nei nostri uffici a denunciare violenza o molestie sui luoghi di lavoro, contrastando le conseguenti discriminazioni e sostenendo il lavoro dei Centri antiviolenza (Cav), punti di riferimento per tante donne che hanno necessità di uno spazio sicuro e accogliente dove poter riprendere in mano la propria vita ed uscire da situazioni ad alto rischio.

Sono convinta che gli operatori del diritto, le forze dell’ordine, i medici, gli operatori sanitari, gli insegnanti, gli psicologi debbano avere sempre più e meglio gli strumenti per riconoscere una situazione di pericolo e agire tempestivamente per scongiurare il peggio.

È inaccettabile registrare che circa ogni 2 giorni muore una donna per mano di chi nell’80 per cento dei casi aveva le chiavi di casa della vittima.

Dai dati nazionali e regionali si comprende come la violenza di genere sia un fenomeno strutturale della società che affonda le radici nella persistente disparità tra uomo e donna e ancora poco riconosciuto dalle stesse vittime.

Solo 3 donne su 10 riconoscono di essere vittima di violenza e solo il 5 per cento delle vittime si rivolge ad un centro antiviolenza.

È necessario, però, attivarsi in maniera fattiva affinché alle vittime di violenza sia data una possibilità concreta di rendersi autonome economicamente.

In questo senso ho salutato con favore la misura da poco varata sugli sgravi per le aziende che assumono vittime di violenza e lo stanziamento del Fondo per il Reddito di libertà per le donne vittima di violenza; misure ancora poco conosciute dagli stessi operatori del diritto.

Pertanto è fondamentale continuare nell’attività di informazione e sensibilizzazione, contribuendo così a formare la cultura paritaria di genere, fondamentale per far conoscere diritti e tutele rimediali ma anche necessaria per la crescita valoriale della società”.