Tra Scanzano e Policoro clan guidato da un ex carabiniere: beni e denaro sequestrati dalla Guardia di Finanza

In data odierna a seguito di indagini ed accertamenti patrimoniali diretti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dal personale della Guardia di Finanza della Compagnia di Policoro è stata data esecuzione — dalla predetta Compagnia – al provvedimento emesso in data 4.4.2019 dal Tribunale di Potenza — Sezione Misure di Prevenzione – su proposta del Procuratore Distrettuale della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, di sequestro in via d’urgenza di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie in Policoro e Scanzano Jonico, disposto a carico di S. G., ex carabiniere, quale promotore e capo dell’omonima organizzazione criminale di stampo mafioso operante a Scanzano Jonico e nell’intera fascia jonico metapontina, e dei suoi familiari.

Per la Procura Distrettuale Antimafia:

“La pericolosità del sodalizio criminoso — che conferma il radicamento in Basilicata di gravi fenomeni di criminalità mafiosa – è stata ultimamente evidenziata nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa su richiesta della DDA, dal GIP in sede ed eseguita nel mese di ottobre 2018, misure poi confermate.

A S., in particolare, è stato riconosciuto un ruolo preminente nella gestione ed organizzazione del traffico di stupefacenti e nel reimpiego dei relativi capitali illecitamente ottenuti.

Gli accertamenti patrimoniali in questione – che si inquadrano in una rinnovata strategia di contrasto patrimoniale alla criminalità – espletati sia nei confronti del soggetto ritenuto a capo dell’organizzazione che dei componenti del suo nucleo familiare, secondo quanto previsto dal Codice Antimafia, grazie alla grande professionalità della G.d.F, che ha svolto una attività meticolosa e preziosissima, hanno evidenziato come, a fronte di redditi dichiarati di modesta entità (neppure sufficienti a soddisfare in pieno le primarie esigenze), l’intero nucleo familiare avesse accumulato beni e disponibilità sproporzionate ed ingiustificabili.

Alla luce della evidente disparità tra i redditi conseguiti ed il patrimonio ricostruito attraverso l’indagine, il Tribunale ha disposto il sequestro di 11 proprietà immobiliari (fabbricati, attività economiche e terreni), 23 rapporti bancari e postali e 12 tra autovetture e motocicli.

L’operazione odierna testimonia l’impegno di questa DDA e della Guardia di Finanza, nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata attraverso l’aggressione ai patrimoni illecitamente costituiti”.