Il Capogruppo PD Cifarelli: “resta un mistero in che modo vorranno determinare il tanto sbandierato ‘cambiamento’”. I dettagli

“Il Rapporto annuale 2019 della Banca d’Italia sulle economie regionali ci offre un quadro economico della Basilicata meritevole di attenzione e di approfondimento”.

Queste le parole del capogruppo del Pd in Consiglio regionale Roberto Cifarelli, che non manca di sottolineare come:

“Nel 2018 l’espansione dell’economia regionale è proseguita.

La ripresa è stata sostenuta dal settore industriale, in particolar modo dal manifatturiero e dal comparto estrattivo.

Il settore manifatturiero è cresciuto non solo grazie all’automotive, ma anche, grazie alla ‘crescita diffusa tra classi dimensionali di imprese’; invece, relativamente al settore estrattivo, si è registrato un aumento della produzione di idrocarburi.

Da sottolineare, inoltre, la crescita costante degli investimenti.

Questo dato valorizza alquanto le politiche di sostegno alle imprese che, nel corso degli ultimi anni, la precedente Giunta regionale aveva attivato.

In definitiva, la ripresa in Basilicata, avviatasi nel 2015, ha determinato nel 2018 un ritorno del valore aggiunto regionale sui livelli pre-crisi del 2007.

Pertanto, nel lungo periodo, la nostra regione nel confronto con il resto del Paese, ed in particolare modo con il resto del Sud, si caratterizza per una ‘caduta più accentuata del valore aggiunto nella fase recessiva e per una ripresa più marcata nel periodo successivo’.

Il mercato del lavoro ha risentito positivamente della congiuntura favorevole, soprattutto sul versante della occupazione dipendente in aumento ( + 3% rispetto al 2017), compensato, però, da un calo dei lavoratori autonomi.

Il calo va associato a una diminuzione della popolazione in età di lavoro, causato dalle tendenze migratorie in atto da tempo su tutto il territorio nazionale.

L’aumento della occupazione dipendente, invece, va attribuita alle misure di incentivazione alle assunzioni a tempo indeterminato messe in campo sia dai governi nazionali, sia dal governo regionale uscente (per esempio “Incentivi per l’occupazione stabile”).

Il tasso di occupazione conseguente rimane sostanzialmente stabile ed in linea con il dato del Mezzogiorno.

Resta alto l’indice di povertà, ma in flessione rispetto ai livelli raggiunti in piena crisi.

I consumi hanno beneficiato solo in parte dell’andamento congiunturale favorevole, continuando ad essere deboli.

In estrema sintesi ho rappresentato alcuni aspetti di quanto emerge dal Rapporto annuale, senza nascondere i chiaroscuri della nostra regione che pure vengono descritti.

Ancora oggi, invece, ci tocca leggere commenti e riflessioni di autorevoli rappresentanti del Governo regionale che, rispetto a quanto detto (poco) e a quanto fatto (ancor meno) durante questi mesi, nulla dicono in merito alle proposte, alle idee e agli interventi legislativi che vorrebbero portare in dote al popolo lucano.

Eppure in campagna elettorale hanno chiesto la fiducia raccontando di come avrebbero rivoluzionato la Basilicata e che l’Eden era dietro l’angolo.

Insomma, resta un mistero in che modo vorranno determinare il tanto sbandierato ‘cambiamento’ che dovrebbe consentire alle nostre famiglie e alle nostre imprese di crescere e di poter affrontare il futuro serenamente.

Il governo regionale passato ha frenato le conseguenze nefaste di una pesante crisi economica, investendo in coesione territoriale e sociale e consolidando il legame tra istituzioni e tessuto produttivo.

Così la Basilicata ha retto, diversamente da altre regioni del Sud.

Il governo regionale in carica, invece, è ancora concentrato a proseguire ‘la fase avviata di ascolto e confronto’, importante, si, ma se si hanno proposte da sottoporre alle forze sociali, e non mi risulta ne siano state fatte.

Insomma: il medico è troppo impegnato a studiare il caso e rischia, così, di far morire il paziente”.