Sanità: “I farmaci generici non piacciono ai lucani”. I dettagli dell’indagine

“Benché uguali a quelli griffati per principio attivo ed efficacia, i cosiddetti farmaci generici o equivalenti non sembra riescano a prendere piede in Basilicata, con i lucani che benché percepiscano i salari più bassi d’Italia sono disposti a pagare costi aggiuntivi pur di avere il farmaco griffato.

Comportamenti questi probabilmente determinati da pregiudizi infondati e che occorre sfatare attraverso opportune campagne di informazione sull’efficacia dei farmaci equivalenti”.

E’ quanto sostiene, in una nota stampa, il Capogruppo in Consiglio regionale di Basilicata Casa Comune Giovanni Vizziello che così commenta i dati dell’indagine Egualia (Associazione dei produttori di farmaci equivalenti) sul mercato dei farmaci equivalenti nell’anno 2024.

Sottolinea Vizziello:

“A distanza di un solo giorno dalla pubblicazione del report AIFA sulle dinamiche della spesa farmaceutica e che è stato oggetto di un mio comunicato stampa dal report Egualia apprendiamo che se l’Italia è fanalino di coda in Europa nel consumo dei farmaci generici, con costi aggiuntivi a carico degli italiani quantificati in circa un miliardo di euro all’anno, la Basilicata è terz’ultima in Italia per consumo di farmaci generici, richiesti solo dal 23,3% di quanti si recano in farmacia per acquistare i medicinali, a fronte di una media italiana del 32,6% e molto distante dal dato ad esempio della Lombardia, dove l’incidenza dei generici sul totale dei farmaci acquistati è pari al 42,5%.

Il fatto che nei farmaci equivalenti cambi solo la forma e il colore della scatola e sia menzionato solo il principio attivo sembra sia sufficiente ad indurre i lucani a pagare di tasca propria un prezzo maggiorato, dal momento che la differenza tra il prezzo del medicinale di marca richiesto e il rimborso dell’equivalente resta a carico del paziente.

Quanto i dati che emergono dal monitoraggio di Egualia e AIFA influiscano sulle dinamiche della spesa farmaceutica fuori controllo della nostra regione è facilmente comprensibile con la conseguente necessità di arginare soprattutto la spesa farmaceutica ospedaliera, superiore al tetto di spesa programmato di ben 35 milioni di euro e che pretende una seria assunzione di responsabilità da parte del management sanitario lucano”.