Coronavirus, il senatore lucano De Bonis: “gli italiani residenti all’estero ma che sono qui non possono vaccinarsi”. La proposta

Ha dichiarato il senatore lucano Saverio De Bonis, vicepresidente del gruppo Europeisti-MAIE-CD, intervenuto oggi in Aula in occasione dell’informativa del ministro della Salute Roberto Speranza al Senato sulle nuove misure di contrasto alla pandemia da Covid-19:

“Al Ministro Speranza vorrei evidenziare alcune zone d’ombra della campagna vaccinale.

In primo luogo, quella della velocità di produzione dei vaccini, e poi la questione della vaccinazione anti-Covid per gli italiani residenti all’estero che per qualche motivo si trovano in Italia.

Sono convinto che su entrambe le questioni si possa trovare una soluzione se si agisce in piena unità.

Inoltre, mi preme far notare che quelle aree del paese che a Dicembre, andando contro le disposizioni del governo, hanno decretato la zona gialla, ora si trovano in grossa difficoltà e devono disporre il lockdown.

Condividiamo dunque la grande prudenza del Presidente Draghi rispetto alla possibilità di riaprire i ristoranti anche la sera.

In merito alla produzione dei vaccini sarebbe il caso di adoperarsi in sede europea affinché l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) deroghi al regime ordinario dell’accordo TRIPS (Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale) sulla protezione dei brevetti, in modo da garantire l’accesso universale e gratuito ai vaccini.

Quanto agli italiani iscritti al registro AIRE (Anagrafe Italiani residenti all’estero), non è dato sapere con precisione quanti si trovino oggi in Italia, ma è assurdo che pur essendo nostri concittadini non possano accedere ai servizi sanitari (se non a quelli di emergenza), tra cui le vaccinazioni anti-Covid, come accade in altri paesi, Regno Unito compreso.

Si può ovviare a questa contraddizione concordando con le Regioni modi e tempi di vaccinazione, previa prenotazione alle ASL nelle quali ricadono i Comuni di iscrizione all’AIRE”.