Matera, 10 anni fa Anna Rosa veniva strappata alla vita dopo anni di violenza: “nessuna donna sia mai più sola”

Nel 2010 una terribile tragedia sconvolse la Città dei Sassi.

La materana Anna Rosa Fontana perse la vita: ad accoltellarla il suo ex compagno, dopo anni di molestie, minacce e denunce.

Così ricorda la deputata, Stefania Ascari, questa giovane strappata alla vita troppo presto:

10 anni fa, il 7 dicembre 2010 veniva uccisa Anna Rosa Fontana. Aveva solo 38 anni.

Fu accoltellata dal suo ex convivente, Paolo Chieco, a un passo dalla porta di casa a Matera.

La storia di Anna Rosa è la sintesi di cosa NON dovrebbe mai succedere in un caso di violenza di genere.

Ad Anna Rosa è mancato l’ascolto, il supporto, l’aiuto concreto, e la preparazione dal parte delle forze dell’ordine che non sono intervenute.

Anna Rosa è stata uccisa due volte.

Una dal suo spietato assassino e una, spiace dirlo, dallo Stato.

Perché già nel 2005, sotto gli occhi del figlio di sette anni, Chieco la trascina nello scantinato e le scarica addosso una pioggia di coltellate.

Poi chiama le forze dell’ordine: ‘Ho ammazzato la mia convivente, vi aspetto’. Ma Anna Rosa sopravvive.

Il prezzo pagato per aver dato quindici coltellate alla madre di sua figlia, però, è stato due anni di cella e uno di arresti domiciliari.

Nulla che possa scoraggiarlo dal tormentare Anna Rosa che, di contro, cerca la protezione dei carabinieri, a cui indirizza numerose denunce.

Ma le denunce cadono nel vuoto, e il 7 dicembre di 10 anni fa Chieco ci riesce.

Stavolta l’ammazza.

Quando ho scritto le nuove norme contenute nel Codice Rosso, Anna Rosa è stata SEMPRE nei miei pensieri.

Perché quello che ha passato lei non deve succedere a nessun’altra.

Perché uno Stato degno di questo nome deve difendere e proteggere.

Deve istruire le sue forze dell’ordine. Deve prevenire ed educare.

Questo è un mio pensiero per Anna Rosa.

Vittima di violenza cieca e di indifferenza.

La legge in vigore impone alle forze dell’ordine di agire, ai giudici di indagare.

Perché nulla passi sotto silenzio, perché nessuna donna sia mai più sola”.