Basilicata: “Grave il provvedimento che avrà un impatto su circa 10.000 famiglie lucane”! Ecco cosa sta succedendo

L’attenzione ai più fragili deve essere accompagnata da politiche di inserimento nel mondo del lavoro, altrimenti continuerà a generare assistenza fine a se stessa.

Grave provvedimento della Giunta regionale che avrà un impatto su circa 10.000 famiglie lucane (2.000 tra percettori di Rmi e Tis e 8.000 percettori di RdC) a cui nel 2023 verrà meno questo sostegno importante che è uno degli atti a contrasto del disagio sociale varato da noi della Giunta del presidente Pittella nella precedente consiliatura.

Pertanto firmerò anche io l’interrogazione presentata dal collega Roberto Cifarelli e chiedo l’immediata convocazione in II commissione dell’Assessore Galella.

Le regole del gioco dei sostegni alle famiglie in difficoltà si potranno cambiare solo quando la Regione Basilicata sarà capace di mettere in piedi un processo di assorbimento di queste figure, soprattutto per chi è ancora in età lavorativa, e di accompagnamento alla pensione”.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva – Renew Europe e Presidente della II Commissione Consiliare “Programmazione e Bilancio” e aggiunge:

“Scorretto per la comunità lucana mettere fine alla misura regionale del Reddito minimo di inserimento e dei Tirocini di inclusione sociale con la delibera regionale del 14 dicembre scorso, che da una parte proroga il Reddito minimo di inserimento, ma poi rende incompatibili Reddito di cittadinanza con Rmi, nonostante la legge regionale istitutiva dell’Rmi prevedeva invece la possibilità che le due misure fossero integrabili.

La misura, infatti, recita la norma regionale, ‘non è incompatibile con altre misure promosse a livello nazionale’.

L’Assessore Galella deve venire, allora, in II Commissione a spiegarci i contenuti delle sue interlocuzione con i ministeri Mef e Mase e le motivazioni di inserimento della previsione di non cumulabilità con il reddito di cittadinanza.

Auspichiamo siano state fatte le corrette valutazioni di impatto sociale ed economico per le migliaia di famiglie coinvolte.

Il sindacato USB ha denunciato che ai soggetti coinvolti – a cui sinora è stato riconosciuto di poter chiedere una integrazione del reddito di cittadinanza – è stato chiesto di firmare una dichiarazione di non ricevere altri sostegni oltre a quello dell’impegno in lavori di pubblica utilità.

Assegno per altro già ridotto agli ex TIS da luglio 2022.

Ricordiamo che questo di inclusione sociale finanziato dai relativi fondi europei è stato varato dalla nostra Giunta per essere in linea con il dovere di ogni stato comunitario di assicurare una vita dignitosa e forme di reddito normalmente riconosciute in cambio di condizionalità più o meno differenziate”.