Basilicata, “buco nel bilancio regionale della sanità di 15 milioni di euro: bisogna ripianare il disavanzo per scongiurare il commissariamento”! I dettagli

“Le audizioni fatte ieri hanno evidenziato quanto era già prevedibile.

Non c’è solo una sanità in Basilicata che non funziona in termini prestazionali, tra liste di attesa record, emigrazione sanitaria che sfonda i 60 milioni e la mancanza di personale medico e infermieristico.

C’è anche una gestione nebulosa del riparto del fondo indistinto in sanità.

Questo ancora una volta consente al San Carlo di chiudere in attivo, mentre allo stesso tempo l’Asm è in perdita.

E c’è la questione della sanità privata che sta generando un caos senza precedenti.

Oltre che avere i bilanci 2022 in perdita (pare siano 24 milioni di euro, ben oltre i 15 annunciati da Bardi).

Ora sarà compito di Fanelli e Bortolan, assente per impegni romani, chiarire in seconda commissione nei prossimi giorni diverse cose.

Per altro, avrei voluto convocarli già lunedì ma occorre attendere, al momento, la loro disponibilità per una data successiva”.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, Presidente della II commissione Programmazione e Bilancio e capogruppo Italia Viva – Renew Europe

“Tra le tante questioni, c’è da chiarire come mai – prosegue Braia – le ripetute mail della DG Asm Pulvirenti nel periodo giugno-dicembre 2021 con le quali si informava il dipartimento sanità dell’evoluzione del bilancio in definizione non sono state considerate, a tal punto da “meritare” un taglio del riparto del fondo rispetto al previsionale di oltre 8 milioni di euro a favore del San Carlo.

Le giustificazioni portate dal DG Spera sono sicuramente plausibili ma non convincono del tutto.

Soprattutto, non giustificano la decisione del dipartimento Sanità di far chiudere in positivo il bilancio 2021 dell’Azienda San Carlo di 2.6 milioni di euro e in negativo quello dell’Asm di 2.5 milioni di euro.

Non ci tornano diverse cose, la verità dovrà essere raccontata e spiegata, altrimenti il danno procurato all’azienda Materana nel suo complesso e a chi la dirige sarà evidente. La politica regionale al governo, la maggioranza di Bardi, dovrà assumersi le sue responsabilità.

In commissione abbiamo affrontato anche il capitolo della sanità privata, praticamente presa in giro dalla DGR – di cui chiediamo con forza la revisione – che in mattinata è stata approvata in Giunta.

Una delibera annunciata come salvifica e che, invece, a detta dell’unità di crisi, sancisce la fine della sanità lucana.

Dopo 12 mesi di battaglie, riunioni, confronti, impegni assunti anche in sedi istituzionali, il tempo è stato buttato al vento.

Era stato promesso il calcolo dei fabbisogni in base al quale ridefinire importi e riparto, che non doveva essere inferiore ai 34 milioni di euro per la sanità privata accreditata ex art. 25 legge 833/1978 spesi nel 2022 di 25 Meuro.

Viene da chiedersi se consapevoli di quello che si dice e quello che si fa.

La DGR, invece che assecondare le intese intercorse, prende in giro tutti e fa tornare indietro alla preistoria, cioè al perimetro del DL 95/2012.

“Altro che sanità al sicuro caro Assessore Fanelli.

L’impressione è che il mondo sanitario regionale sia totalmente fuori controllo.

Da Presidente della seconda commissione, proverò a convocare di urgenza una seduta straordinaria.

In quella sede dovremmo comprendere dai responsabili politici cosa sta realmente succedendo.

Dal momento che non è possibile farlo lunedì, allora in consiglio martedì purtroppo sappiamo già quale battaglia doverosamente mettere in campo per il diritto alla salute delle cittadine e dei cittadini lucani”.

Così il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli:

“Per il Presidente Bardi il fatto che il buco nel bilancio regionale della sanità sarebbe “solo” di 15 milioni di euro dovrebbe far stare tranquilli i lucani; per lui, ma ho l’impressione che sia il solo a pensarlo, la nostra sanità è ok.

Tuttavia, da quanto apprendiamo a mezzo stampa, l’esito del monitoraggio dei tecnici del Ministero dell’Economia circa i conti della sanità lucana ha messo in luce un disavanzo che sarà necessario ripianare scongiurando, per ora, il commissariamento, cosa che non può che fare piacere.

Il Presidente Bardi, nel tentativo di dissimulare i problemi che la sanità lucana vive sotto gli occhi di tutti commette il grave errore di voler mettere la polvere sotto il tappeto.

Non è una questione di solo disavanzo dei conti delle aziende sanitarie, ma di una mancanza di governo di un settore che regola e determina la vita dei nostri cittadini. Se il Presidente Bardi e l’assessore al ramo avranno il piacere di leggere le audizioni dei direttori generali tenute nelle commissioni consiliari, potranno prendere atto di quanto loro stesso dicono e lamentano circa la mancanza di punti di riferimento tecnici e politici, dunque navigano a vista e fanno quello che possono.

Il tema del recupero delle liste di attesa rimane una questione esiziale per il nostro sistema sanitario che però sconta il problema, annunciato come risolto in maniera roboante ma che risolto non è, che riguarda le prestazioni ambulatoriali e i privati accreditati.

Ne è prova lo sconforto degli operatori del privato accreditato per la loro disillusione nel leggere un provvedimento molto atteso, per il quale il Presidente Bardi in persona si era impegnato e che si è trasformato nella classica montagna che partorisce il topolino: agli impegni di carattere economico a recuperare le prestazioni eseguite dal sistema privato accreditato nel 2022 ed ai nuovi criteri per il 2023, che dovevano basarsi sulla verifica dei fabbisogni e non sulla spesa storica bloccata al 2024, la regione ha deciso di assegnare di fatto budget mensili per le prestazioni erogate ai cittadini residenti in Basilicata e con cadenza semestrale per le prestazioni erogate ai cittadini residenti in altre regioni, questioni che non consentiranno alcun recupero di liste di attesa, anzi.

Il punto  è che l’apertura di un confronto di merito sulla Sanità da parte della Regione si rende inevitabile per conoscere l’esatta dimensione della crisi ed individuare, e possibilmente condividere, un percorso che non solo eviti il commissariamento, ma ponga le basi per un rilancio del Sistema Sanitario Regionale.

Condivido, le dichiarazioni di alcuni sindacalisti che lamentano uno scarso senso di responsabilità del Presidente Bardi nel non voler aprire una fase di concertazione senza della quale non si va da nessuna parte.

Come si può immaginare di riuscire a governare un sistema sanitario con dirigenti che vengono da fuori regione e che non conoscono le nostre peculiarità? Continuare in questo modo non ci porterà da nessuna parte.

All’autocompiacimento del Presidente Bardi circa lo stato della sanità lucana  raccomanderei meno saccenza e più disponibilità al dialogo, diversamente i cittadini lucani continueranno sempre più a migrare verso strutture di fuori regione aggravando una situazione già oggi fuori controllo”.