Matera: questi lavoratori scendono in piazza perché “nuovamente discriminati”! Ecco cosa sta succedendo

Le lavoratrici e i lavoratori agricoli scendono in piazza per far sentire la loro voce e per rivendicare modifiche sostanziali al Decreto Sostegni.

In Basilicata doppio appuntamento:

  • Sabato 10 Aprile, dalle 10 alle 12, a Potenza in Piazza Mario Pagano;
  • a Matera, in Piazza Vittorio Veneto.

I presidi si terranno nel rispetto delle norme anti-Covid.

Queste le motivazioni della manifestazione:

“Anche nel Decreto Sostegni, per l’ennesima volta, gli stagionali dell’agricoltura sono stati esclusi da ogni tipo di ristoro.

Le lavoratrici e i lavoratori agricoli, quelli che lavorano negli agriturismi e nel settore del florovivaismo, sono stati nuovamente discriminati.

I lavoratori di questi settori nel 2020 hanno perso milioni di giornate di lavoro.

L’emergenza sanitaria, ancora in corso, ha fatto precipitare la maggior parte dei lavoratori coinvolti e le loro famiglie in una situazione di totale povertà.

Saremo in piazza per rivendicare:

• la garanzia per l’anno 2020, ai fini della tutela assistenziale e previdenziale, delle stesse giornate di lavoro svolte nel 2019;

• il bonus per gli stagionali dell’agricoltura e la sua compatibilità con il reddito di emergenza;

• l’estensione della Naspi ai dipendenti a tempo indeterminato di imprese cooperative e dei loro consorzi;

tutele ai lavoratori agricoli nelle zone colpite da calamità naturali, eventi distruttivi, parassiti quali Xylella e cimice asiatica;

riconoscimento di una Cassa Integrazione stabile anche per i pescatori vista la forte riduzione dell’attività di pesca.

Oltre a questi punti, per noi essenziali, nelle mobilitazioni presenteremo anche:

• la richiesta di riconoscere la “clausola sulla condizionalità sociale” nella Politica agricola comune (PAC), per fare in modo che i contributi europei vadano solo a chi rispetta i contratti di lavoro e le leggi sociali;

• la contrarietà al tentativo di semplificare ancora di più l’uso dei voucher in agricoltura, con gravi ricadute sulle tutele e i diritti dei lavoratori;

– l’esigenza di rinnovare rapidamente i contratti provinciali, visto che le trattative sono bloccate in quasi tutti i territori”.

Di seguito i dettagli.